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Archivio Telegiornaliste anno XIV N. 26 (573) del 10 ottobre 2018
 
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TGISTE Giuliana Grimaldi, semplificare mia sfida di Sara Ferramola

Incontriamo Giuliana Grimaldi, volto di Tgcom24.

Com'è stato il passaggio a Tgcom24?
«Sono rimasta in Mediaset dopo lo stage fatto qui nel 2012, a conclusione del master in giornalismo della Cattolica. In realtà lavoravo come giornalista già dal 2005, quando ancora frequentavo l'università, ma volevo perfezionare la mia formazione con un biennio specifico. Adesso lavoro sia nella redazione web sia in quella televisiva di Tgcom24. Da poco più di un anno e mezzo sono conduttrice di TgEconomy, lo spazio dedicato ai mercati finanziari con otto edizioni al giorno sempre sul canale 51. Prima di approdare a Cologno Monzese ho lavorato al quotidiano Libero e al canale finanziario Class CNBC, ho collaborato con Rai Expo, i siti Style.it, Grazia.it, Lettera43.it, la rivista LinC Magazine».

Nella tua carriera ti sei occupata di molti ambiti della comunicazione. Quello in cui ti senti meglio qual è?
«Mi sono laureata in Lettere moderne, con indirizzo in Filologia ed editoria perché il mio grande amore sono i testi in tutte le loro varianti ed età. Dal classico libro al post destinato ai social: sono mille le forme che le parole possono assumere per ottenere risultati differenti e raggiungere pubblici specifici. Ho lavorato come editor e autrice alla realizzazione di diversi volumi, ma anche come PR e Digital Strategist e attualmente mi occupo anche di formazione e scrittura creativa (come coordinatrice di un corso di alta formazione in scrittura creativa presso l'Università Cattolica, ndr). Tuttavia sono due gli ambiti nei quali in assoluto penso di dare il massimo: la scrittura per il web che mi permette sia l'informazione istantanea sia l'approfondimento più ragionato, e la conduzione televisiva che è un mezzo molto potente e immediato».

Cosa ti realizza delle tue attività?
«Nell'ambito del giornalismo mi esalta la sfida di semplificare in poche righe problemi complessi, cercando di far capire a chiunque le dimensioni di un fenomeno o di avvenimento. Ogni volta che scrivo un articolo, ogni volta che vado in onda, mi pongo due domande semplici: la nonna a casa capirà quello che sto dicendo? Chi non ha mai sentito parlare di questo argomento riuscirà a raccapezzarsi nel discorso? Se la risposta è no, vuol dire che ho sbagliato qualcosa e devo ricominciare daccapo».

Come vedi il giornalismo da qui a dieci anni?
«È difficile fare previsioni visto che il quadro cambia molto velocemente e le piattaforme di fruizione dei contenuti sono in continua evoluzione, condizionando sia i linguaggi che usiamo sia le condizioni in cui noi giornalisti operiamo. In ogni caso credo che per sopravvivere il giornalismo debba viaggiare a doppia velocità. Da un lato dovrà fornire breaking news autorevoli, capaci di seguire in tempo reale gli eventi ma anche di controllare in maniera rigorosa fonti e dettagli; dall'altro lato proponendo long form di approfondimento che riescano a ordinare i lanci frammentati e frenetici, spiegando il senso più ampio degli eventi. Inoltre penso che sarà sempre più importante un rapporto orizzontale con i lettori, un dialogo più serrato per capire quali sono gli argomenti che davvero interessano».

Progetti per il futuro?
«Certo, tanti progetti in pentola ma per il momento preferisco evitare gli spoiler».
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TUTTO TV Roberta Bonanno: la rivincita dei numeri due di Antonia del Sambro

Amici di Maria De Filippi, settima edizione, due giovani e talentuosi cantanti si sfidano quasi ogni giorno sul palco e per l’apprezzamento dei fan.

Sono entrambi motivati, sconosciuti ma con grandi potenzialità. Uno vince tutto e diventa Marco Carta da disco di platino. L’altra arriva seconda e scompare dalle scene discografiche e televisive. Anni dopo Roberta Bonanno, con qualche anno in più, un nuovo charme e una nuova consapevolezza approda a Tale e quale show, la fortuna trasmissione di Carlo Conti su Raiuno ed esplode in tutta la sua bravura.

Che la voce Roberta l’abbia sempre avuto era cosa nota ma ora l’ex ragazzina di Amici è una donna sicura delle sue qualità, che buca il teleschermo e che non ha paura di mettersi alla prova con canto, ballo e imitazione. E le sue performance sulla Rai la stanno facendo conoscere e apprezzare anche a chi non l’aveva mai seguita nel talent della De Filippi.

Roberta Bonanno è una vera soubrette, nel senso più nobile del termine, perché sa tenere la scena e ha un indiscutibile talento. Le sue esibizioni sono perfette, geniali, appassionate e questo finalmente le rende giustizia.

Ne è passata, infatti, di acqua sotto i ponti dalla storica e a tratti feroce competizione con Marco Carta e Roberta ora sembra avere trovato la sua giusta dimensione: quella di un rapporto alla pari con il suo pubblico. Lei regala grande spettacolo e il pubblico l’applaude e le rende omaggio.

Alla fine, tutti i conti tornano.
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DONNE Federica D'Amico, voce per le voci di Giuseppe Bosso

Incontriamo la doppiatrice Federica D'Amico per parlare del portale ilDoppiaggio.it, primo portale per i professionisti di questo settore.

Federica, come nasce il portale ilDoppiaggio.it?
«Nasce dall’esigenza di poter gestire le informazioni sul proprio lavoro di doppiatore in modo autonomo. Volevo che ogni doppiatore potesse indicare i personaggi che si trovava ad interpretare, quasi in tempo reale. Partendo dalla figura del Doppiatore ho poi pensato che anche il Direttore del doppiaggio, l’Assistente e l’Adattatore dialoghista, avrebbero potuto avere il loro profilo in cui indicare tutti i lavori fatti nella loro carriera. Da questa necessità di base, si è poi allargato l’orizzonte delle possibili funzioni che il portale avrebbe potuto avere. È stato pensato per diventare ad esempio una specie di albo di tutti i professionisti del settore, per aiutare i direttori nella scelta dei doppiatori da distribuire sui vari personaggi, per permettere alle società di doppiaggio di essere associate in modo lampante alle opera di cui hanno seguito l’edizione italiana, nonché per avere un database con informazioni minuziose su tutto il cast vocale completo di un opera. Questa ultima funzione trova vantaggi sotto diversi aspetti, compreso quello di fornire agli appassionati del settore, uno strumento agevole per essere sempre informati sul proprio doppiatore preferito».

Qual è stata la risposta che avete avvertito dai vostri colleghi e dal pubblico?
«Siamo online solo da pochissimi mesi, quindi ci troviamo in una fase embrionale, per quanto riguarda le informazioni contenute nel database. Ma la risposta di coloro che iniziano ad utilizzare il portale per inserire i loro lavori è molto positiva. I feedback che ricevo sono di grande entusiasmo sia per la possibilità di autogestire lo spazio dedicato ai professionisti, sia per la facilità con cui ci si può attribuire i ruoli interpretati. Il portale è stato ideato per fornire all’utente la massima resa con il minimo sforzo e per ora sembra che soddisfi le aspettative».

Quali sono le aspettative future? Potrà diventare una vera e propria fonte professionale e ufficiale per i doppiatori?
«L’obbiettivo è chiaramente quello di far conoscere a livello nazionale questo strumento, in modo da renderlo un punto di riferimento per il nostro settore. Per come è stato strutturato e per la facilità di utilizzo di cui parlavo prima, sono sicura che non faticherà troppo a entrare nell’uso più o meno quotidiano di tutti i professionisti del doppiaggio. Inoltre, le funzionalità messe a disposizione aumenteranno nel tempo, per agevolare sempre di più il lavoro. Per menzionare già un piccolo successo, posso dire che ilDoppiaggio.it è stato ufficialmente riconosciuto dal Nuovo Imaie, come una delle fonti da cui attingerà le informazioni per quanto riguarda la questione dei diritti audiovisivi. Partendo da qui, speriamo di raggiungere obbiettivi sempre più importanti per tutti i professionisti».

Cosa pensa a proposito delle polemiche che personaggi come Vincent Cassel hanno spesso creato parlando della vostra categoria?
«Premesso che ormai chi vuole guardare i film o le serie tv in originale, ha tutta la possibilità di farlo, credo che come qualsiasi lavoro, lo si può fare bene o male, dipende da quanta professionalità si impiega. Non possiamo negare che anche nel nostro settore ci siano delle cose brutte da “sentire”, che peggiorano l’opera originale, ma molto più spesso viaggiano in parallelo, restituendo la stessa bellezza».

Com’è cambiata questa arte nel corso degli anni, per la sua esperienza?
«Quello che è cambiato moltissimo è il metodo di lavoro, come in realtà sono cambiati tutti i lavori in cui è arrivata la tecnologia avanzata. Oggi tecnicamente possiamo fare delle cose un tempo impossibili anche solo da immaginare, rendendo il lavoro più facile e meno stancante per tutti. Il problema però, è che invece di utilizzare il tempo recuperato per dedicarsi di più alla resa, lo si deve usare per produrre di più. Rispetto a qualche anno fa le ore di messa in onda sono decuplicate con tutte le tv e le piattaforme esistenti. Con il risultato paradossale che ci si stanca molto di più rispetto a prima, cercando comunque di mantenere alta la qualità della nostra arte».

Venendo a lei, dove potremmo ‘ascoltarla’ prossimamente?
«A breve su Netflix uscirà la quarta stagione di Brooklyn Nine-Nine, dove interpreto il ruolo di Gina, una segretaria non troppo convenzionale di un distretto di polizia».
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