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Intervista a Vira Carbone tutte le interviste
Vira CarboneTelegiornaliste anno IV N. 44 (169) del 8 dicembre 2008

Vira Carbone, giornalista dolce e amara
di Giuseppe Bosso

Giornalista professionista dal 2003 e conduttrice, Vira Carbone ha lavorato per cinque anni come inviata a Porta a Porta con Bruno Vespa. Sempre per la Rai, ha condotto Buongiorno Italia, Il dolce e l’amaro, Musicultura, e, nel 2008, il San Valentino Galà Lancia Ice e La Festa della mamma (Zecchino d’Oro).

In Il dolce e l’amaro tratta spesso storie dolorose e scottanti. Colpisce il suo distacco, per non dire freddezza, rispetto agli ospiti in studio. E’questo l’atteggiamento giusto in un simile contesto?
«Ho avuto la fortuna di frequentare una buona scuola, lavorando per anni accanto a Bruno Vespa, a mio giudizio il numero uno del giornalismo italiano. Da lui ho appreso questo modo di porsi nei confronti degli ospiti, di lasciarli parlare e di cercare di essere il più neutrale possibile. Questo non toglie che dentro di me provi una profonda partecipazione».

Ha avuto modo di mantenere i contatti con le persone che ha intervistato in trasmissione?
«Sì, cerco anche di dar loro una mano».

L’esperienza da inviata a Porta a Porta è stata per lei una buona palestra per la conduzione in studio?
«Certamente, a maggior ragione accanto ad un professionista come Vespa, un maestro da cui ho appreso tantissimo: soprattutto osservare i tempi della televisione e affrontare la diretta».

Ha partecipato alla prima edizione di Sabato & domenica in uno spazio dedicato al benessere e alla salute, che sono tradizionalmente collocati nella fascia mattutina dalla Rai. Non è penalizzante per gli ascolti?
«Siamo soddisfatti degli ascolti che abbiamo ottenuto nel tempo, ma non era questo il nostro principale obiettivo».

E quale, allora?
«Ci interessa soprattutto entrare nelle case per aiutare le persone a risolvere i problemi legati alla salute e al benessere. Non dimentichiamoci che la Rai è anzitutto televisione di servizio».

Parafrasando il titolo della sua trasmissione, quali sono per lei il dolce e l’amaro del giornalismo?
«L’amaro è sicuramente la lunga gavetta che ho dovuto fare, il dolce l’averla superata in tutti i suoi ostacoli e ottenendo quelle piccole e grandi soddisfazioni che ho avuto negli anni».

Progetti per il futuro?
«Oltre a Il dolce e l’amaro, c’è un importante progetto di conduzione. Ma per scaramanzia adesso non posso dirvi nulla!».

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