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Telegiornaliste anno XI N. 30 (461) del 28 settembre 2015 
	
 
 
	
		
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			TGISTE Eleonora 
		Rossi Castelli: studiavo sceneggiatura a Boston, ma il giornalismo è la 
		mia vita 
		di Giuseppe Bosso  
		 
		Incontriamo Eleonora Rossi Castelli, inviata di
		
		Studio Aperto, negli ultimi giorni impegnata al 
		seguito della Settimana della moda a Milano.  
		 
		Come sei arrivata a Studio Aperto?  
		«Dopo la laurea mi sono iscritta al master di giornalismo, durante il 
		quale ho fatto uno stage a Studio Aperto e Tg4. Quando ho finito 
		il master, per un colpo di fortuna cercavano una persona a NewsMediaset, 
		si sono ricordati del mio stage di qualche mese prima e mi hanno 
		contattato; da lì ho iniziato a lavorare per i tg del gruppo. Quando mi 
		hanno chiamato, ero negli Stati Uniti, a frequentare un corso di 
		sceneggiatura e regia alla Boston University, ma il giornalismo è ormai 
		la mia vita».  
		 
		Qual è, finora, il servizio che ti ha dato maggiori soddisfazioni?
		 
		«Non dimentico l’esperienza dell’anno scorso a Venezia al matrimonio di 
		George Clooney; mi sono trovata lì con colleghi di tutto il mondo, 
		avanti e indietro di corsa sul Canal Grande, da un motoscafo all'altro, 
		arrampicati sui moli, alla ricerca di un flash o di un sorriso degli 
		sposi: adrenalina pura; una grande emozione».  
		 
		Negli ultimi anni i tg Mediaset hanno dato spazio a molti nuovi 
		giovani inviati come te: è un segnale positivo?  
		«Sì, ed è una cosa che rispetto ad altre emittenti caratterizza le 
		nostre testate. Anche per alcuni dei miei compagni di master è stato 
		possibile iniziare questo percorso, contando sul sostegno ai giovani».
		 
		 
		I tg Mediaset vengono spesso accusati di dare troppo spazio alla 
		cronaca nera e al gossip: cosa ti senti di dire da diretta interessata?
		 
		«Ogni testata ha il suo target: c'è un vasto pubblico che cerca e 
		apprezza questo taglio e questi argomenti; c’è un vasto pubblico che lo 
		apprezza e ci segue. Per chi non gradisce, non ha che da seguire altri 
		canali…».  
		 
		Ti sta stretto il ruolo da inviata?  
		«No, in questi anni ho provato sia il lavoro all’esterno che quello 
		dalla redazione. Mi piace molto andare in giro, è il vero modo di farsi 
		le ossa; sicuramente il master e lo studio sono stati importanti, ma non 
		come l’esperienza del campo, il marciare da un luogo all’altro alla 
		ricerca di notizie da raccontare».  
		 
		I colleghi più esperti come si sono posti finora nei tuoi confronti?
		 
		«In modo estremamente positivo, è un’altra cosa che ho apprezzato 
		tantissimo entrando in questo mondo. Ancora adesso, dopo due anni quando 
		ci sono problemi o incertezze posso contare sul supporto e l’aiuto dei 
		colleghi più ‘grandi’, che si mettono davvero a disposizione e ti 
		aiutano a migliorarti giorno per giorno».  
		 
		Come ti vedi tra dieci anni?  
		«Non saprei – ride, ndr – per adesso non ci penso; l’unico mio 
		obbiettivo è quello di continuare a crescere, a imparare sempre più. A 
		seguire questa strada, vediamo dove mi porterà».  | 
		 
		
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			NONSOLOMODA Capelli a caduta libera? 
				 Bisogna agire con gli integratori fino a dicembre di 
			Francesca Succi 
				 dal blog
				 
				 TheGlossyMag del 8 settembre 2015 
				  
				 In vacanza non mi sono risparmiata nulla. Ho fatto il bagno 
				 tutti giorni, anche più volte al giorno, con la necessità di 
				 dover lavare i capelli praticamente sette giorni su sette. 
				 In questo caso però, come faccio sempre anche a casa, sono 
				 andata sul sicuro perché sulla cute ho scelto uno 
				 shampoo neutro delicato con un buon inci (per 
				 intenderci quello economico della ViviVerde Coop) e un corposo 
				 balsamo crema. Inoltre, elemento ancora più importante, in 
				 spiaggia ho applicato un olio secco per evitare di disidratare 
				 il capello sotto il sole. Non ho usato phon e ho ridotto lo 
				 styling al minimo indispensabile. 
				  
				 Al ritorno dalle vacanze i miei capelli erano abbastanza secchi 
				 e provati comunque: la salsedine non perdona! Proprio per 
				 questo ora sto facendo impacchi e maschere per dargli nuova 
				 vita con maggiore frequenza. 
				  
				 Tutto questo però non basta perché mi sono già trovata di 
				 fronte alla caduta libera del periodo che mi ha fatto prendere 
				 uno spavento sin da subito: se continuo così diventerò calva 
				 nel giro di una settimana, ho pensato. 
				 Non c’è da avere paura perché questo processo del corpo è del 
				 tutto naturale: come gli alberi anche noi 
				 cambiamo il nostro manto “erboso”. L’unica cosa da fare è 
				 aiutare il nostro organismo alla ricrescita del capello con 
				 prodotti mirati all’interno e all’esterno. 
				  
				 Ieri sono corsa ai ripari andando dalla mia farmacista di 
				 fiducia la quale mi ha consigliato un buon prodotto in base 
				 alle linee guida che le avevo dato. 
				  
				 Da oggi fino a dicembre – perché è questa la durata della cura 
				 per il periodo, di qualsiasi cura integrativa per capelli se 
				 deciderete di farla – prenderò due compresse al giorno 
				 dell’integratore di Phyto. 
				 Il prezzo è ottimo perché il cofanetto contiene due flaconi di 
				 trattamento al prezzo di uno. Inoltre è completo e soprattutto 
				 digeribile; la non digeribilità di alcuni integratori purtroppo 
				 l’ho riscontrata più volte. 
				  
				 Integratori a parte continuerò con una hair care mirata e 
				 delicata: shampoo neutro, balsamo nutriente sulle punte e 
				 maschera una volta a settimana. Come ho fatto quest’estate 
				 ridurrò lo styling stressante – phon, 
				 piastre e ferro solo se necessario – 
				 fino a dicembre. 
				  
				 Voi avete già notato una caduta massiccia dei capelli? Se sì, 
				 come vi state muovendo? | 
		 
		
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			TUTTO TV 
			 	Celebrità 
					perdute: Alessia Merz, la velina non dimenticata
					di Sara Ferramola 
					 
					Trentina di nascita, mora mediterranea, 
					occhi chiari, un sorriso smagliante e una 
					bellezza semplice quella di Alessia Merz; 
					showgirl che ha conquistato il pubblico negli 
					anni Novanta, grazie soprattutto a Non è la Rai 
					e alla stagione 1995-96 che l'ha vista velina 
					di
					
					Striscia la Notizia insieme a
					
					Cristina Quaranta.  
					 
					Nel 1995 si dedica anche al cinema nel film Ragazzi 
					della notte di Jerry Calà, che sarà l'inizio della 
					sua carriera di attrice in fiction e altri 
					film, tra i quali spicca Jolly Blu di 
					Stefano Salvati, per il quale è stata preferita a una 
					giovanissima Angelina Jolie.  
					 
					Ha condotto, insieme a Max Pezzali, Sanremo 
					Famosi, preselezione tra i cantanti che avrebbero 
					avuto accesso nella categoria Nuove proposte 
					del Festival.  
					 
					Ospite a tanti programmi, e anche inviata di 
					Quelli che il calcio, nel 2004 ha partecipato all'Isola 
					dei Famosi, ultima tappa della sua carriera 
					televisiva  
					 
					Si è infatti ritirata dalle scene nel 2005, 
					quando col compagno Fabio Bazzani, ex calciatore 
					della Sampdoria, ha deciso di dedicarsi completamente 
					alla famiglia: ha dato alla luce, l'anno seguente, il 
					primogenito Niccolò e nel 2008 la seconda figlia 
					Martina. Una vita tranquilla, quindi, lontana 
					dai riflettori, dal piccolo schermo e non solo; lontana 
					da quel mondo, quello dello spettacolo, che l'aveva resa 
					felice e popolare tra il pubblico.  
					 
					Non è stato un sacrificio, anzi, come lei stessa ha 
					dichiarato tempo fa al settimanale Nuovo, si ritiene
					soddisfatta: non una casalinga disperata, 
					bensì una casalinga realizzata, ammettendo anche che 
					la vita che conduceva prima la faceva sentire incompleta. | 
		 
		
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			PINK NEWS Un 
				 "neo" contro la violenza sulle donne 
				 di Daniela D’Angelo  
				  
				 «Sono solo inciampata per le scale»… «Ho sbattuto la 
				 testa contro l'anta della credenza»… sono solo alcune delle
				 frasi di circostanza che, più spesso di quanto si 
				 immagini, vengono dette dalle donne; frasi che 
				 nascondono un'orribile realtà che nessuna 
				 dovrebbe mai vivere.  
				  
				 Molto spesso il “mostro” può celarsi proprio all'interno 
				 della propria casa, in quelle mura che dovrebbero donare 
				 sorrisi, gioie, sicurezze e serenità e non di contro
				 ansie, turbamenti e paure; è proprio per poter 
				 aiutare le donne vittime di violenza che la statunitense 
				 Cindy Southworth, vicepresidente esecutivo della
				 
				 Rete Nazionale per porre fine alla violenza domestica, 
				 lancia un'iniziativa: disegnare un piccolo puntino 
				 nero al centro dei propri palmi, un “neo” 
				 assimilabile a un segnale di S.O.S., che possa 
				 mettere in guardia amici, parenti, medici.  
				  
				 «Può essere molto difficile e pericoloso per le vittime di 
				 abusi domestici parlare di ciò che sta accadendo loro, a causa 
				 della paura di ciò che potrebbe fare il colpevole e la paura di 
				 non essere credute - commenta la chief executive Polly 
				 Neate - Il punto nero potrebbe aiutare alcune vittime a 
				 comunicare il loro abuso ed è utile avere una gamma di opzioni 
				 perché le circostanze variano notevolmente».  
				  
				 Ed infatti la campagna non solo è riuscita a raggiungere 5 
				 milioni di persone ma ha salvato anche 49 donne, 
				 vittime dei loro vessatori.  
				  
				 Una campagna nata negli USA ma che potrebbe avere effetti 
				 benefici anche in Italia, dove ogni giorno si registrano 
				 sempre più casi efferati di violenze subite.  
				  
				 Anche la politica italiana giunge in favore delle 
				 vittime di violenza e un esempio è dato dal Movimento 5 
				 Stelle che ha presentato una mozione al Consiglio 
				 Regionale della Toscana in merito all'ottimizzazione del 
				 sistema di aiuto alle vittime di violenza.  
				  
				 «Ogni anno in Toscana 2500 donne prendono coraggio e si 
				 rivolgono ai Centri AntiViolenza territoriali – spiegano i 
				 consiglieri pentastellati in una nota – per mettere fine al 
				 loro incubo e iniziare una nuova vita. Alcune strutture si 
				 autodefiniscono Centri AntiViolenza senza averne i requisiti, 
				 togliendo fondi magari a strutture che invece ne avrebbero, a 
				 ragione, diritto, ma soprattutto non è garantita la copertura 
				 territoriale del servizio di ospitalità per le donne 
				 maltrattate».  
				  
				 «Questo è inaccettabile - concludono i consiglieri del 
				 M5s - e per questo chiediamo un cambio di passo sul tema e 
				 di accogliere la nostra richiesta di una filiera specifica di 
				 accreditamento dei centri antiviolenza, ma soprattutto il 
				 monitoraggio dei requisiti per la concessione dei finanziamenti».  | 
		 
		
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			DONNE    
				 Valeria 
				 Golino migliore attrice al Festival di Venezia 
				 di Deborah Palmerini  
				  
				 Coppa Volpi bis per Valeria Golino, classe 1965,
				 bellezza e charme mediterraneo, metà italiano 
				 e metà greco. Alla 72esima edizione del 
				 Festival del Cinema di Venezia, l’attrice italiana è stata 
				 premiata per la migliore interpretazione nel film 
				 Per amor vostro, co-prodotto con Riccardo Scamarcio, 
				 suo compagno di vita dal 2006.  
				  
				 Nel film interpreta Anna, una donna del sud dalla
				 vita molto complicata e una personalità tenace 
				 che la porta a rifiutare la rassegnazione, a 
				 combattere le frustrazioni e a continuare a costruire il 
				 futuro. È una figura di donna che Valeria Golino ha 
				 sentito da subito nelle sue corde, venendo dalla stessa 
				 terra di Anna: Il film infatti è ambientato a Napoli, 
				 città dove Valeria è nata e nella quale ha vissuto durante 
				 l’infanzia, prima di trasferirsi ad Atene con la madre, 
				 pittrice greca, in seguito alla separazione dei genitori.  
				  
				 È in Grecia che la carriera di Valeria muove i primi 
				 passi: inizia a sedici anni a fare la modella; 
				 presto si trasferisce a Roma, ospite di parenti paterni, 
				 dove viene notata dalla regista Lina Wertmuller che la 
				 scrittura per una parte nel film Scherzo del destino in 
				 agguato dietro l'angolo come un brigante di strada 
				 (1983) accanto all’indimenticabile Ugo Tognazzi; lavora 
				 in altri film d’autore prima ancora di decidere che quella 
				 cinematografica sarebbe stata la sua professione; appena
				 ventunenne vince la prima Coppa Volpi come 
				 miglior attrice in un film di Citto Maselli; fu una 
				 Coppa simbolica poiché quell’anno, a causa delle 
				 difficoltà economiche in cui versava il Festival del Cinema 
				 di Venezia, le coppe furono simbolicamente rappresentate da una
				 piccola targa; l’anno seguente approda a Hollywood 
				 dove ottiene alcune parti secondarie fra le quali, nel 
				 1988, quella accanto a Tom Cruise e Dustin Hoffmann 
				 nel film Rain Man, per il quale i produttori 
				 cercavano un’attrice sconosciuta negli Stati Uniti e 
				 adeguata alla statura fisica dei due protagonisti. Valeria 
				 era dietro la porta giusta nel momento giusto.  
				  
				 Per qualche anno la carriera di Valeria Golino rimane divisa 
				 fra l’Italia e gli Stati Uniti, dove è conosciuta per 
				 alcuni ruoli comici; in Italia invece è considerata una 
				 delle migliori attrici drammatiche.  
				  
				 La caratteristica subito in evidenza è la dolcezza 
				 del viso, lo sguardo languido e il sorriso 
				 sincero, contrapposti alla rudezza di una voce 
				 fuori dal comune, roca e bassa, certamente inusuale 
				 per un’attrice. All’inizio della carriera la sua voce 
				 atipica era considerata un handicap mentre ora è uno dei
				 punti di forza, il suo segno distintivo perché, 
				 come lei stessa ha dichiarato recentemente, «quando hai 
				 qualcosa di diverso, se resisti abbastanza, a un certo punto 
				 diventa particolarità». 
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