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Donne Nel mondo, nella storia
Donne. Nel mondo, nella storiaNhora Caggegi, mai smettere di imparare
di Tiziana Cazziero

Intervistiamo la scrittrice Nhora Caggegi.

Ciao Nhora e grazie per il tuo tempo. Direi di iniziare presentandoti ai nostri lettori?
«Ciao a tutti. Sono Nhora, una mamma prima di tutto e una studentessa alla veneranda età di 42 anni. Sono per il motto Non si smette mai di imparare, così studio, studio sempre. Da qualche anno ho intrapreso il percorso come operatore all'inclusione, per cui mi occupo di bambini "speciali" e di come comunicare con loro. Laureata in scienze della comunicazione appunto, sfrutto ciò che ho imparato per questo fine. Ho preso vari attestati, tra cui LIS e LIS avanzato, pur di sentirmi pronta ad affrontare questo lavoro. Spero di finire prima o poi la formazione e di iniziare a lavorare con questi bambini, speciali... in tutti i sensi».

Ho letto il tuo romanzo Svanita, una storia di forte impatto emotivo, un thriller che narra la scomparsa di una bambina. Vuoi parlarcene? Come arriva l’input per raccontare una storia di questo genere?
«La storia è un po' lunga. Cerco di riassumerla, anche se è complicato. Quando ho partorito la felicità è aumentata parallelamente alla paura e al dubbio di non essere una buona madre. Riuscirò a proteggerla? Riuscirò a esserci sempre per lei?, mi chiedevo. Spesso in tv parlavano dei vari casi di cronaca più noti e allora piangevo e soffrivo per quelle mamme etichettate e giudicate dai media, nonostante già dovessero combattere il loro dolore dovevano anche rispondere alle provocazioni. Era fastidioso persino per me, povere donne! L'empatia era aumentata in me, la percepivo e non mi lasciava in pace. Così ho iniziato a pensarci. Avrei potuto scrivere di loro, dell'esempio perfetto di vere madri, grandi donne, coraggiose seppur sofferenti, avrei potuto farlo, ma se non fossi riuscita a descrivere bene il loro dolore? Se avessi mancato loro di rispetto, raccontando una storia imprecisa? Così tentennavo e non la iniziavo mai. Una notte mi rigiravo tra le lenzuola, sembrava insonnia, invece era la famosissima "ispirazione". Solo in quel momento ho preso il coraggio necessario per cominciare a scrivere Svanita».

Svanita non è il tuo primo romanzo di esordio, come e quando è avvenuto il tuo ingresso nel mondo editoriale?
«Credo secoli fa! Ero una ragazzina! Da che ricordo scrivo, non faccio altro. Mio zio è stato il primo a notare la mia vocazione per la scrittura e lui, storico e scrittore - preside di un liceo della zona - mi incoraggiava. Lui è proprio l'uomo che mi ha "cresciuta" in questo campo. Mi ha insegnato la differenza tra pezzo giornalistico e romanzo e mi ha inserita in questi due mondi. Se Angela Eleonora Caggegi è diventata Nhora Caggegi lo devo a lui. Il primo libro è stato pubblicato nel 2001».

Hai spaziato in altri generi letterari oltre al thriller? E quali non ancora esplorati ti sentiresti di affrontare come scrittrice?
«Il mio percorso non è stato lineare. Ho iniziato scrivendo romanzi drammatici, a volte veri, per poi spaziare nelle storie d'amore. Ma credo molto in quello che definisco "genere gemello", ovvero quello in cui ti senti libera e felice. Mi sono avvicinata al thriller negli ultimi cinque anni e credo di aver trovato il mio "vero amore". Non credo di lasciarlo, non adesso... e probabilmente nemmeno in futuro. C'è una frase che dedico sempre al thriller. Quello che amo di questo genere non è la parte oscura della storia, ma la luce che alla fine ammonisce il buio, il bene che sconfigge il male, la rivalsa di ciò che è giusto».

Hai sempre voluto essere una scrittrice? Qual era il tuo sogno di bambina?
«Questa è una strana domanda per me. Preparati a una strana risposta. Da bambina dicevo che sarei diventata suora! Già! So che stai ridendo, lo farei anche io. "Suora o meglio sposata molto presto", affermavo. In realtà non mi sono fatta suora, né mi sono sposata presto. Ma da bambini non si hanno mai le idee molto chiare!».

Oggi il selfpublishing offre una grande opportunità agli autori, quali sono gli aspetti positivi e negativi secondo te. Ti sentiresti di consigliarlo a chi si vuole approcciare al mondo della scrittura?
«Assolutamente sì! Ho pubblicato fino a qualche tempo fa solo con case editrici. Con Le origini del tormento ho conosciuto l'editore che poi è diventato anche un buon amico e la nostra collaborazione è stata davvero piacevole. Svanita è stata una prova. Con quest'opera ho voluto provare il selfpublishing solo perché spinta da varie amiche. Devo ammettere che non mi sono trovata male. Ovviamente ciò che la casa editrice ha fatto per me (editing e correzione di bozze) per Svanita ho dovuto cercare aiuto, ma rifarei entrambe le esperienze con piacere».

Quali sono gli altri tuoi romanzi, ti va di accennarci in breve qualcosa sui tuoi libri precedenti?
«Sola tra sogno e realtà del 2001 è un diario, i miei pensieri da ragazzina, i primi amori e i primi problemi. Poi è nata la passione dei romanzi e ho creato una raccolta di racconti con Coacervo di passioni. Una mia amica mi ha poi chiesto di scrivere di lei e della sua trasformazione psico-fisica verso il sesso opposto e così è nato Il silenzio del salice piangente con più edizioni. Ho partecipato alla raccolta degli Omero Writers, fino ad arrivare a le Origini del tormento - i delitti di Fear Lake. Prima di Svanita ho scritto altri cinque thriller che ho pubblicato su una piattaforma di scrittura, ma che adesso sto riprendendo in mano per pubblicare in self».

Come concili la vita di tutti i giorni con la scrittura?
«Concilio? Vita? Cosa è? Scrivo di notte e di giorno "vivo" il mio essere madre, moglie e studentessa. Pensa tu che ho anche il coraggio di chiedermi come mai perdo capelli e ho gli acciacchi di una ottantenne! Scherzo. Ma un po' di verità c'è. Dedico la notte alla scrittura, ma riesco a gestire un po' tutto, ancora».

Se dovessi convincere qualcuno a leggere il tuo romanzo Svanita, cosa diresti?
«Non sono brava ad auto-pubblicizzarmi. Direi di leggere le recensioni degli altri per farsi un'idea».

Dove possono trovare Svanita e gli altri tuoi romanzi i lettori?
«Online, in vari store si trovano i libri precedenti, anche in libreria, richiedendoli. Svanita su Amazon».

Abbiamo quasi finito, ma è rimasto ancora uno spazio, se vuoi aggiungere qualcosa che non è stato detto, questo è il momento.
«Abbiamo già detto tutto, credo. Voglio solo ringraziare te, per la stima e il tuo tempo, stima che è reciproca e molto sentita. Grazie, Tiziana».

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