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Archivio Telegiornaliste anno XIX N. 2 (718) del 18 gennaio 2023
 
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TGISTE
Valentina Cristiani, amici a quattro zampe
di Giuseppe Bosso

Il cane è il miglior amico dell’uomo, si dice, e a maggior ragione della donna. A maggior ragione per le giornaliste sportive e le ‘wags’, compagne di vita dei protagonisti del mondo del calcio. Ed è proprio questo il tema portante di Goal a 4 zampe: giornaliste, wags e i loro amici pelosetti, scritto da Valentina Cristiani ed edito da Giraldi Editore.

Bentrovata Valentina. Anzitutto perché questo libro?
«Perché un amico a 4 zampe non entra in punta di piedi nella nostra vita. Arriva come un ciclone e tutto travolge. Una tempesta che spazza via tutte le cose inutili. E nulla è più come prima. Ma è molto meglio. Credo che i grandi amori siano quelli che te la cambiano la vita, migliorandola. Che ti regalano nuovi occhi e ti portano su nuove strade. Che ti fanno venire il coraggio di fare cose impensabili. E un pelosetto lo fa...».

Hai trovato ispirazione da qualche episodio particolare o da qualcuno che conosci?
«Questa idea di libro, una delle più belle che abbia mai avuto, è nata poco più di un anno fa, dalla chiacchierata con una amica. Tatiana, la mia musa ispiratrice che è anche presente nel libro e non smetterò mai di ringraziare».

Tra le tante storie di wags e giornaliste con i loro amici a quattro zampe che hai raccolto quale pensi sia stata la più particolare?
«Una delle storie più toccanti è sicuramente quella raccontata dalla collega Silvia Pedini. Quando parla di Lilly, la sua meticcia di quasi vent'anni (praticamente centenaria) sorda, da un occhio non vedente, con l'artrosi che da sempre le regala emozioni ed un immenso affetto. La prima a svegliarsi ogni mattina per dare a tutti il buongiorno. Silvia è convinta che Lilly ogni mattina presto comincia a guaire perché vede le anime intorno che ci circondano. E penso sia anch'io proprio così... tra le storie buffe, quella di una wags che da bambina ha portato a casa un topo, convinta fosse un criceto.. una cosa che accomuna giornaliste e wags è che, la maggior parte, compra auto e appartamenti adatti ai loro amico a quattro zampe; un amore innato e indissolubile».

E tu invece che rapporto hai con gli amici a 4 zampe?
«Esistono una varietà infinita di legami, ma uno dei più sinceri e leali è quello che si instaura con il proprio pelosetto. Ad un animale non importa come siamo, non ci giudica, ci amano comunque e con un amore incondizionato. Li guardi negli occhi e gli leggi il cuore. Per me è un amore innato e incondizionato. Da piccolina ho avuto due tartarughe, poi un gattino maschio, un coniglietto nano ed ora Chanel, la mia gattina di due anni e mezzo. La mia Chany posso affermare che non teme nulla e non ha paura di niente: è andata in auto, treno, scooter... un grande esempio per la sua padroncina».

Hai potuto contare per la prefazione su una firma di tutto rispetto: com’è nato il contatto tra te e Simona Ventura?
«Il contatto è nato attraverso un'intervista che avevo fatto per la Gazzetta al suo compagno, il giornalista Giovanni Terzi, in merito all'ultimo libro che aveva scritto. Simona Ventura è la prima persona a cui ho pensato per la prefazione, data la stima nei suoi riguardi e sapendo che anche lei è innamorata dei "pets" a tal punto da lanciare, alcuni anni fa, sulla sua Simona Ventura Tv, una web tv on line, The Beautiful Life Of Hugo, un reality sul suo amico a 4 zampe che raccontava la vita del Jack Russell della conduttrice. Hugo, il pelosetto protagonista del reality, veniva seguito e raccontato dalla showgirl, che riceveva anche consigli utili da un esperto sulla gestione e l'educazione dell'amico a 4 zampe. A testimonianza di ciò, la settimana scorsa Simona ha dedicato un post al suo cagnolino Hugo per fargli gli auguri di compleanno».

Simona rappresenta ancora adesso un modello e un punto di ispirazione per buona parte della tua generazione di giovani e giovanissime giornaliste sportive?
«Per me sicuramente si. Ricordiamo, tra i vari programmi, che è stata la conduttrice più longeva (10 anni) di Quelli che il calcio (che con lei raggiunge il più alto share) grazie alla sua competenza, al suo carisma, alla sua sensibilità, al suo lato ironico e autoironico e ha anche scoperto tanti nuovi comici. Tra i suoi gesti meravigliosi tengo a ricordare l'adozione di Caterina nel 2006 (prima in affido poi adozione) quando aveva pochi giorni di vita. Caterina è figlia di alcuni suoi parenti che purtroppo non hanno potuto prendersi cura di lei. Ecco, questa è Simona, l'autrice della prefazione del mio Goal a 4 zampe».

Chiudiamo con una battuta: si pensa che un cane sia oggi più fedele di un fidanzato/compagno: è vero?
«Quando convincerò il mio fidanzato a prendere un cane... ti risponderò!».

Il mondo del calcio ha da poco vissuto due terribili lutti, con la scomparsa prima di Sinisa Mihajlovic e poi di Gianluca Vialli. Qual è il tuo ricordo di questi due grandi protagonisti?
«Luca Vialli l'ho "corteggiato" per 2/3 mesi nel 2014 per avere un'intervista per Il Pubblicista, la rivista che usciva al Ferraris per le gare casalinghe della Sampdoria. Ricordo che passai attraverso l'ufficio stampa e mi dissero che Vialli mi aveva garantito una intervista entro la fine del Campionato. E fu di parola. Mi richiamò proprio lui personalmente al cellulare, e l'emozione fu fortissima. Avevo preparato una traccia, ma le parole non mi uscivano e andammo a braccio. Sicuramente una delle interviste più belle di sempre. Tra aneddoti, emozioni, risate e scherzi. Passando dalla sua Samp a quella attuale. Gli anni di Sinisa, da bolognese, li ho vissuti da vicino a Bologna. Al Dall'Ara. Sinisa è un guerriero (mi è ancora difficile anche qui parlarne al passato) e lo ha dimostrato ai suoi giocatori e a tutti. Sinisa ha insegnato il coraggio, a vivere per le cose che veramente contano. Per gli affetti e le passioni. Per il lavoro che lui amava più della sua vita. Ora dobbiamo piangere prima di tutto l’uomo, il padre di una squadra-famiglia meravigliosa, composta dai cinque figli: Virginia, Viktorija, Marco, Miroslav, Dušan e Nicholas.Il rapporto tra Sinisa e il Bologna è sempre stato spettacolare, di ferro, sotto il profilo umano. Qualcosa difficile da spiegare a parole... ma che rimarrà indissolubile».
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TUTTO TV
Nicol Angelozzi, il successo di Confusi
di Giuseppe Bosso

Grande successo sta ottenendo su Rai Play la serie Confusi, storia di quattro ragazzi che, alle soglie dei vent’anni, si trovano a dividere un appartamento a Milano nel loro primo anno universitario. Incontriamo una delle protagoniste, Nicol Angelozzi.

Com’è nata la sua partecipazione a Confusi?
«È nata come tutte le cose belle, un po’ per caso. Iniziò tutto da una videochiamata con la casting director per presentarmi, e mi ricordo che già li andò benissimo ed io mi ero proprio divertita. Poi ci sono stati dei passi successivi e alla fine l’ultimo casting in presenza dove io anche forse per l’emozione decisi di improvvisare, e di mettere qualcosa che appartenesse a Nicol dentro il personaggio di Mariagrazia. Penso sia stato proprio questo a farmi spiccare e a farmi vincere la parte».

Come si è trovata con i suoi colleghi di set? Siete riusciti a empatizzare nello stesso modo che traspare dalla serie?
«Ci siamo proprio divertiti, trascorrevamo giornate intere insieme e ogni giorno sempre di più ci legavamo. Dopo qualche giorno non si capiva se si rideva di più a telecamere accese o spente. In casa c’era veramente amore!».

Tra lei e Maria Grazia quanto c’è di simile?
«In delle cose siamo molto simili, in altre nemmeno per sbaglio, ad esempio Maria Grazia è molto ordinata, io invece vi lascio immaginare. Una cosa che abbiamo in comune è il preoccuparsi sempre degli altri, ma penso sia anche una cosa molto legata alle radici sicule».

Un titolo che in qualche modo esprime anche uno stato d’animo della sua generazione, alle prese con le incognite del presente e i timori del futuro?
«Credo non ci sia termine migliore di “Confusione”, si è sempre un po’ spaventati anche se consigliati e accompagnati. Però nel momento in cui decidi di seguire le tue passioni tutto passa».

Gli addetti ai lavori hanno paragonato la vostra serie a cult del passato come Friends o Tre cuori in affitto, che si collocano in un’epoca, televisivamente parlando, agli antipodi da oggi in cui più che dai televisori entrate in casa del pubblico attraverso la piattaforma di Rai Play: anche da questo punto di vista pensa di appartenere alla generazione del futuro?
«Oggi per vedere una puntata di Confusi posso essere in qualunque posto, basta avere il mio smartphone, quindi sì, tutto diventerà sempre più veloce e facile da vedere e commentare. Anche se mi sarebbe piaciuto vivere ai tempi di Blockbuster (ride, ndr).».

Quali sono i suoi prossimi impegni, oltre ad un eventuale proseguimento di Confusi?
«Sicuramente continuerò a studiare e a seguire ciò che mi rende felice, magari non solo con la recitazione chi lo sa!».

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DONNE
Silvestra Sorbera, Un Natale a Regency Street
di Tiziana Cazziero

Tra le firme della nostra testata, Silvestra Sorbera ci parla di una delle sue ultime fatiche.

Ciao Silvestra: Un Natale a Regency Street, come nasce questo racconto?
«Ciao e tutti e grazie per l'opportunità. Nel periodo estivo avevo sentito parlare di questo concorso della Land Editore e, con l'entusiasmo dei bambini, mi sono detta: perché no! E ho provato».

Parlarci della raccolta ideata dalla Land editore, cosa ti ha spinto a partecipare?
«Non avevo mai scritto un regency anche se sono sempre stata tentata. Avevo in testa già da tempo l'ambientazione ma ho sempre avuto un po' timore di cimentarmi con questo genere. Ho approfittato del concorso per mettermi alla prova e vedere se la storia che avevo in testa poteva interessare».

Ambientazione Regency, come ti sei trovata nel raccontare una storia in questo periodo? Questa è stata la tua prima volta con questo periodo storico?
«È stata la prima volta ed è stato molto divertente tanto che penso di dare nuova vita ai protagonisti principali, soprattutto a nonna Mary che in questo racconto ha avuto un ruolo importante ma le ho riservato poche pagine».

Milly è la protagonista della tua storia, ti sei ispirata a qualcuno che conosci per creare questo personaggio?
«No, a nessuno in particolare. Mi sono immaginata come mi sarei trovata io nella sua situazione. Nella sua vita, cosa avrei fatto. E poi è venuto da sé».

Altri progetti per il futuro? Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2023?
«Un romanzo è già pronto e adesso è in fase di rilettura ma non so in che periodo dell'anno lo pubblicherò. In primavera arriverà la nuova indagine del commissario Livia, la settimana che chiude ideologicamente la trilogia nata con Ciccannina, seguita da Neve d'Aprile. Nel nuovo romanzo le indagini si chiuderanno lasciando al commissario un po' di tempo per capire cosa vuole veramente dalla vita».

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