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PAOLO GIUNTELLA

Paolo Giuntella (Roma, 05/10/1946 - Roma, 22/05/2008), giornalista e scrittore, è stato dal 1999 l'inviato Rai del Tg1 al seguito del presidente della Repubblica.
 
L'articolo di Mario Basile da Telegiornaliste anno IV N. 21 (146) del 2 giugno 2008

Paolo GiuntellaAddio a Paolo Giuntella di Mario Basile

Dieci giorni fa un grave lutto ha colpito il mondo del giornalismo italiano. La malattia ha strappato alla vita Paolo Giuntella, 61 anni, volto storico del Tg1.

Da quasi dieci anni era il quirinalista del telegiornale di Raiuno. Un incarico a cui era arrivato dopo essere entrato in Rai nel 1980 e aver coordinato Speciale Tg1 e Tv7.

Giuntella si era fatto conoscere al grande pubblico negli anni in cui ricopriva il ruolo di inviato speciale. Con professionalità fuori dal comune il giornalista romano ha raccontato i periodi di crisi in Irlanda e in Albania; la guerra in Kosovo, dove salvò la vita a un disabile rimasto intrappolato in una casa incendiata e non soccorso per motivi etnici dai vicini; la grave emergenza terremoto in Umbria e Marche nel 1997.

I primi passi nel giornalismo Giuntella li aveva mossi nella carta stampata. Dopo la laurea in lettere moderne ha curato le pagine culturali di riviste e quotidiani come Il Mattino, Il Popolo, Avvenire e Appunti di cultura e politica. Poi il grande passo nel mondo della televisione con l’approdo al Tg1.

Il suo amore per questa professione ha fatto sì che continuasse fino all’ultimo, seppur provato dalla malattia, ad andare in video. E sempre per amore del giornalismo Giuntella si è battuto per la libertà e la correttezza dell’informazione nel rispetto dei diritti del lettore. Fu, infatti, tra i fondatori del Gruppo Fiesole, un'assemblea di professionisti della comunicazione che si pone come osservatorio sulla correttezza, appunto, e la veridicità della notizia, specie in un'epoca di grandi conflitti di interesse.

Il rispetto per il prossimo è stato uno dei punti cardine del percorso umano e professionale di Paolo Giuntella. Una sensibilità figlia del suo grande impegno nell’associazionismo cattolico, che ne hanno fatto esponente della FUCI e, qualche anno prima, uno degli Angeli del Fango, nome con cui passò alla storia quel gruppo di volontari, perlopiù ventenni, che si impegnò nei soccorsi ai tempi dell’alluvione di Firenze. Era il 1966.

Tredici anni dopo Giuntella fondò la Rosa Bianca, un’associazione di stampo cattolico orientata a sinistra che ha come obiettivo l’educazione alla politica e alla democrazia e si ispira a un gruppo di studenti antinazisti vissuti ai tempi del Terzo Reich.

In pochi sanno che ai nazifascisti si oppose anche il padre del giornalista, il professor Vittorio Emanuele Giuntella. Nel 1943 era tenente degli alpini e finì nei campi di concentramento per aver rifiutato di rimanere al loro servizio dopo l’8 settembre.

Paolo Giuntella lascia la moglie e tre figli. Emblematico il ricordo di Walter Veltroni: «Era una voce importante, ci mancherà».

 

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