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Intervista a Paola Natali tutte le interviste
Paola NataliTelegiornaliste anno III N. 18 (96) del 7 maggio 2007

Paola Natali, passione e ottimismo di Gisella Gallenca

Ventisei anni, un carattere di ferro e ben otto anni di esperienza nel mondo della tv. Paola Natali, giornalista professionista e giovanissima conduttrice di Canale Italia, sa dove vuole arrivare, è determinata nel raggiungere i suoi obiettivi: questa intervista non lascia ombra di dubbio.

Hai appena 26 anni e hai già alle spalle parecchie esperienze di lavoro e in televisione. Ci puoi raccontare da dove nasce la tua passione per il giornalismo e come hai iniziato questa attività?
«Tutto è iniziato per caso, non avrei mai immaginato di fare questo mestiere. Mi ero iscritta alla facoltà di Giurisprudenza a Milano, e parallelamente scrivevo qualche articolo per dei giornali locali. Un giorno una emittente della zona, Studio tv 1, mi ha contattato. E così a 18 anni ho iniziato a lavorare nel fantastico mondo della tv. Successivamente è arrivata l’esperienza a Telenova ed ora Canale Italia. Penso che in questo settore molte opportunità siano dettate dal caso. In parallelo, si deve amare molto questo lavoro, dal montaggio alla conduzione. Il video deve essere visto come ultimo obiettivo, non come scopo principale».

Hai lavorato per programmi su molti argomenti diversi. Quanto conta, per te, la poliedricità negli interessi, e quanto hanno contato gli studi che hai fatto?
«Mi sono trovata a condurre programmi che prevedevano una scaletta aperta, in cui si poteva passare da una tematica all’altra seguendo un filo conduttore. Questo mi ha permesso di capire quanto è importante, per chi fa il giornalista, avere una visione globale. Sicuramente una base culturale è fondamentale, anche se in questo settore conta moltissimo la gavetta: io ricordo i primi anni chiusa in redazione con turni mostruosi, rinunciando ad uscire con amiche ed amici. A 19 anni non è così scontato mettere in secondo piano il divertimento per inseguire una passione!».

Le tue esperienze si concentrano nel campo delle tv locali. Cosa hai trovato di positivo e stimolante in questo ambiente? Vorresti passare a emittenti più grandi?
«Secondo me è fondamentale vivere la realtà delle televisioni locali. Impari a capire quali sono le esigenze del tuo territorio, e per chi fa informazione questo è basilare. Poi, devi essere capace di adattarti ai vari programmi che ti vengono proposti, dal tg a rubriche di costume. Questo permette di capire a 360 gradi come funziona il mondo della televisione. Attualmente, mi trovo molto bene a Canale Italia, grazie all’editore Lucio Garbo, innovativo ed attento alle esigenze del pubblico».

Dal forum di Telegiornaliste emerge che puoi contare su un pubblico fedele. Come è il tuo rapporto con le persone che seguono costantemente i tuoi programmi?
«Sono rimasta stupita nel vedere, sul vostro forum, così tante caps e messaggi. Fa sempre piacere ricevere complimenti! Sarebbe fantastico avere un contatto diretto con tutti i telespettatori, per capire cosa veramente desiderano vedere in video, ma mi rendo conto che questo è un po’ utopico. Ascolto molto i consigli e le critiche che possono arrivare dal pubblico: è il modo migliore per crescere sempre di più a livello professionale».

Suppongo che, come succede a molti giovani che si affacciano al giornalismo, anche a te sia accaduto di sentir ripetere che questo è un ambiente difficile. Come rispondi a chi cerca di scoraggiarti nelle tue aspirazioni?
«Tutti gli ambienti sono difficili, dalla scuola all’azienda. Però, se si ama ciò che si fa, si superano a testa alta i vari problemi. Inoltre è fondamentale avere vicino la propria famiglia, come è accaduto nel mio caso: non posso non ringraziare mamma Antonella e papà Franco, che sono stati sempre al mio fianco».

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