
Telegiornaliste anno XII N. 7 (480) del 22 febbraio 2016
									
		
Rosa 
		Alvino: raccontare Napoli con obiettività 
		senza cavalcare gli scandali 
		
		di 
Giuseppe Bosso 
		
		Volto dell’emittente napoletana
		
Julie 
		News, nella cui redazione lavora anche la gemella
		
		Titti, incontriamo 
		
Rosa Alvino. 
		
		
Come hai vissuto il passaggio dalla carta stampata alla televisione?
		
		«Sono due mezzi di comunicazione molto diversi e il passaggio 
		all’immediatezza della comunicazione televisiva è stato molto divertente 
		perché mi ha permesso di interagire con tantissime persone, soprattutto 
		i consumatori-cittadini ai quali dare un’informazione che vada al di là 
		dell’apparenza. Siamo stati i primi a fornire i dati dell’OMS sulla 
		carne rossa, con spazi di approfondimento che hanno ottenuto un grande 
		seguito e riscontro». 
		
		
La tua giornata tipo. 
		«Al mattino lettura dei quotidiani e delle news, per essere sul pezzo 
		non solo su quello che accade a Napoli ma a 360° su tutta Italia; 
		dedicandomi più ai format che al tg vivo un po’meno di prima il lavoro 
		redazionale, ma resta sempre un punto di riferimento quotidiano; 
		l’agenda è variabile, dipende sempre dagli appuntamenti in programma, 
		legati a quegli indispensabili rapporti che fanno parte del nostro 
		mestiere. Al di là del rispetto dei principi deontologici, credo che un 
		buon giornalista debba essere sempre curioso, aperto, e saper trarre 
		spunti anche dal lavoro degli altri colleghi. La nostra non è solo una 
		professione tout court, ma una vera e propria missione, da vivere con 
		umiltà tanto nei confronti dei colleghi quanto dei superiori, in modo da 
		creare un rapporto di squadra che ti è di sostegno anche nei momenti 
		no». 
		
		
Come ti rapporti con le istituzioni? 
		«È bene non improvvisare, prepararsi con cura e sapere di cosa si parla; 
		da questo bagaglio iniziale ottieni sia l’instaurarsi di quei rapporti e 
		di quelle conoscenze che il nostro lavoro richiede, sia la realizzazione 
		ottimale del prodotto da presentare al telespettatore-cittadino». 
		
		
In vista delle elezioni amministrative che riguarderanno anche Napoli 
		come organizzerete i vostri palinsesti? 
		«Scadenze politiche come questa innegabilmente comportano un 
		intensificarsi dei ritmi di lavoro abituali; per mia fortuna in questi 
		anni ho potuto fare esperienza con varie campagne elettorali, ultima 
		delle quali quella delle regionali dello scorso anno, che ci ha visti in 
		prima linea con trentasei ore di maratona; questo ti permette di essere 
		presente attivamente, e io mi sono trovata a dovermi spostare nel giro 
		di pochi secondi da un luogo all’altro, visto che si votava anche per le 
		comunali; ci vuole pazienza, tempistica, capacità di provocazione e… 
		anche un telefonino sempre funzionante, per poter raccogliere le notizie 
		in tempo reale!». 
		
		
Sia pure non a stretto contatto lavori con la tua gemella: lo 
		svolgere lo stesso lavoro come si ripercuote sul vostro rapporto?
		
		«Il rapporto tra gemelle è talmente simbiotico che non lo viviamo in 
		modo negativo; c’è magari un senso di preoccupazione legato al fatto che 
		i problemi che può avere l’una li vive anche l’altra, con maggiore 
		apprensione». 
		
		
Ti sta stretta Napoli? 
		«In alcuni momenti sì, lo ammetto. In alcuni settori avverto la 
		difficoltà di operare nella nostra città, ma d’altra parte Napoli è come 
		una grande madre che volendo sa come accoglierti e darti quello spazio 
		in cui, con le tue capacità, riesci a farti valere e a creare una tua 
		identità, mettendoci quel pizzico di napoletanità che ci distingue dal 
		resto di Europa». 
		
		
Per caso o per scelta ti occupi di consumatori e benessere? 
		«L’emittente ha fatto il punto della situazione rendendosi conto che 
		mancava uno spazio di approfondimento legato a questa tematica, in modo 
		da agganciare un pubblico trasversale, e così è nato un format che non 
		ha limitato il suo campo di azione solo al territorio campano; abbiamo 
		intervistato Red Ronnie; ci siamo relazionati con illustri docenti della 
		Federico II… come ti dicevo, non solo notizie in senso stretto, ma 
		approfondimenti dettagliati». 
		
		
Campania terra d’eccellenza che però vive il dramma della Terra dei 
		fuochi, che si ripercuote inevitabilmente anche sull’agricoltura e sui 
		prodotti che un tempo costituivano un vanto quasi unico nel mondo. Come 
		deve affrontare l’informazione partenopea questa vicenda dal tuo punto 
		di vista? 
		«Una campagna mediatica negativa e denigratoria c’è innegabilmente 
		stata; sul piano nazionale non abbiamo avuto modo di ‘lavarci’ da questa 
		onta; si tende a fare la conta delle vite, soprattutto giovani, spezzate 
		da gravi malattie, e questo è anche doveroso sottolinearlo… ma noi non 
		dobbiamo focalizzarci solo sul negativo, ci sono delle eccellenze 
		positive che possiamo e dobbiamo cercare di valorizzare al meglio, 
		partendo dai piccoli esempi che possono essere il medico di turno con il 
		suo lavoro quotidiano; non piangerci addosso, ma raccontare 
		obbiettivamente quello che c’è di buono, dalle piccole cose a quelle 
		eccellenze sempre più grandi, e non fare dello scandalo il baluardo del 
		giornalismo, fare di tutta l’erba un fascio». 
		
		
I tuoi prossimi impegni? 
		«Sono appena stata alla Bit di Milano, al seguito del comune di Napoli, 
		che ha portato loghi di eccellenza campana in un evento così importante 
		che lega l’Europa intera a tutta Italia, una vetrina fondamentale anche 
		per la nostra emittente, che è stata presente con dirette e speciali di 
		approfondimento dalla redazione». 
		
		
Cosa farai da grande? 
		«Spero di continuare a fare questo mestiere, mettendoci anche parte 
		della mia personalità, la mia passione e il mio talento, dando voce alle 
		realtà spesso emarginate come quegli artisti che cercano di avere spazio 
		pur operando in territori non conosciutissimi». 
		
		
Un’esperienza che ti ha coinvolto maggiormente? 
		«Sicuramente la morte di Ciro Esposito, l’arrivo del feretro a Scampia 
		con tantissima gente, giornalisti e amici, che al funerale si sono 
		voluti stringere attorno alla famiglia, a questa madre che ha reagito al 
		dolore cercando di trasmettere un messaggio positivo, per invitare altri 
		giovani a non finire in questo modo, a non far soffrire le loro madri 
		come ha sofferto lei. Scampia tende a essere vista solo in termini 
		negativi, Antonella Leardi ha dimostrato». 
		
		
Un aggettivo per descrivere te e Titti? 
		«Timida e testarda io, testarda e generosa lei».