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Guendalina WardTelegiornaliste anno XIII N. 8 (518) del 1 marzo 2017

Guendalina Ward, adrenalina in giro per il mondo
di Giuseppe Bosso

Una famiglia di doppiatori, un papà (Luca Ward) volto amato dal pubblico, che le ha inculcato un grande amore per il mare e che l’ha portata in giro per il mondo, tra l’Egitto, il Messico e le Maldive tra gli altri posti, a svolgere l’attività di istruttrice subacquea a cui alterna punte in Italia dove Guendalina Ward si dedica sporadicamente al prestare voce ad attrici e personaggi.

«Ho iniziato a doppiare a 10 anni, ma non assiduamente; i miei genitori hanno preferito che giocassi anziché crescere in una sala doppiaggio; adesso ci sono serie, personaggi a cui mi dedico quando vengo in Italia».

Più adrenalina in sala doppiaggio o in fondo al mare?
«Sono due adrenaline diverse; essere subacquea comporta rischi che nel doppiaggio non ci sono, se non quello di dover ripetere una battuta se viene male; in fondo al mare devi centrare al primo colpo; non ho forse la padronanza che hanno i miei genitori e i miei colleghi che sono doppiatori da anni, ma anche questo aspetto se vogliamo è adrenalina».

Ti sei sentita toccata dalle affermazioni di Poletti sui giovani che lasciano l’Italia?
«Non è una cosa che ho seguito particolarmente, ma per quella che è stata la mia esperienza se un giovane italiano sceglie di andare a vivere all’estero lo fa perché trova più facilmente quelle possibilità che in Italia non trova; ho girato tantissimi Paesi come la Thailandia, il Mozambico, il Messico, per dirne solo un paio, e posso garantire che con pochissimi soldi si riesce a vivere agiatamente, rispetto all’Italia dove occorrerebbe molto di più. Non ho remore a dirlo, andare all’estero oggi è una buona scelta».

Andare in giro per il mondo non è pericoloso con il rischio attentati sempre più incombente?
«Vivo in Paesi musulmani da circa 13 anni, conosco bene l’Islam avendolo studiato all’università e la maggior parte dei miei più cari amici lo sono; non sento questa particolare minaccia se mi trovo al cospetto di una persona che porta una barba lunga o porta il velo; è importante superare queste paure, altrimenti rischiamo di non poterci più davvero muovere; può esserci il rischio anche sotto casa, prendendo un treno che potrebbe deragliare; ma allora che facciamo, non viaggiamo più?».

La popolarità di tuo padre ha cambiato qualcosa per te?
«No, assolutamente. Mio padre rimane mio padre sempre, lo era prima che diventasse così popolare, sono fiera e contenta del suo successo, così come lo sono di mia madre Claudia Razzi».



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