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Giulia LaulettaTelegiornaliste anno XV N. 10 (592) del 20 marzo 2019

Giulia Lauletta, sognando Davos
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Giulia Lauletta, giornalista del Tg di La7.

Com’è arrivata a La 7?
«Sono già passati 10 anni da quando ho iniziato a lavorare nella redazione milanese di La7. All’epoca mi occupavo di economia e finanza per l’agenzia di stampa ApCom, che in quel periodo faceva parte dello stesso gruppo editoriale di La7. Cercavano qualcuno per l’economia e che capisse anche di titoli e listini, il direttore era Antonello Piroso, ed eccomi catapultata dall’agenzia al telegiornale nazionale. Era però un ritorno, avevo fatto televisione già per qualche anno: prima in una televisione locale, Sei Milano, dove facevamo tutto da soli: giravamo con una mini telecamera, scrivevamo e montavamo servizi. Poi la televisione di finanza del gruppo Class, una all news dove commentavo i listini in diretta, e infine per la televisione del Sole 24 Ore nella redazione rubriche. Naturalmente un tg nazionale era tutta una nuova affascinante avventura».

Qual è stata l’occasione o l’evento che l’hanno maggiormente impegnata?
«Forse il servizio più coinvolgente che ho realizzato è stato in occasione della visita di Papa Francesco a Milano, il 25 marzo 2017. Seguirlo dal suo arrivo in città tra migliaia di fedeli commossi e poi fino al parco di Monza letteralmente invaso dalla gente, tanti giovanissimi dagli oratori, le famiglie, e Sua Santità sempre con un sorriso per tutti, una ideale carezza per quella fiumana che lo aspettava da ore. Più recentemente mi ha molto coinvolto la vicenda dei lavoratori della Pernigotti, lo straordinario coraggio e la dignità di chi lotta per mantenere il proprio posto di lavoro sono sempre toccanti e trovo che darne notizia non sia solo un onore ma un servizio pubblico».

Si sente realizzata?
«Decisamente sì mi sento realizzata. Appartengo a una generazione che ritiene che fare il giornalista sia il mestiere più bello del mondo e non cambio idea. Raccontare la nostra società, nel bello e nel brutto, è un privilegio è un onore».

Lavoro e vita privata possono coesistere’?
«Lavoro e vita privata devono coesistere, se si rinuncia al proprio tempo fuori dal lavoro si perde la serenità e il giusto distacco che sono fondamentali per svolgere bene questo mestiere. Per una madre può non essere sempre facile ma io sono fortunata, ho sempre lavorato con persone molto serie in grado di capire anche le esigenze dei redattori».

Il suo sogno nel cassetto.
«Un mio sogno nel cassetto è seguire il World Economic Forum di Davos: capi di Stato, economisti, imprenditori e Ceo di tutto il mondo che discutono di come salvare il pianeta e l’economia globale... e possibilmente essere la mosca nella stanza per potere raccontare che cosa davvero si dicano».

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