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Intervista a Georgia Passuello   Tutte le interviste tutte le interviste
Georgia PassuelloTelegiornaliste anno XIX N. 25 (741) del 18 ottobre 2023

Georgia Passuello, dna comunicazione
di Giuseppe Bosso

Speaker radiofonica, autrice, conduttrice e molte altre cose, incontriamo Georgia Passuello.

Benvenuta Georgia. Sei reduce, nell’estate che ci siamo lasciati alle spalle, dalla partecipazione a Yoga Radio Bruno Estate, andato in onda su La 5. Quali sono stati i momenti che più ti sono rimasti impressi da questa esperienza?
«Sicuramente il calore del pubblico sia in piazza sia dopo la messa in onda dello show. Sono stati tutto molto gentili e mi hanno riempito di complimenti, mi sono ritrovata immersa in un affetto incredibile e davvero non è così scontato, soprattutto da parte del pubblico femminile. Per quel che riguarda l'evento vero e proprio l'incontro con un vero e proprio mito, Orietta Berti, così alla mano e così gentile senza escludere Sophie Scott la leader del gruppo Sophie And The Giants che è stata molto al gioco quando la ho intervistata indossando una parrucca rossa con taglio a caschetto che richiamava la sua pettinatura. Ha riso tantissimo. Tutti i cantanti che si sono alternati sul palco sono stati alla mano e si sono sentiti davvero a casa che è stato un piacere lavorare con loro così…».

Hai avuto modo di intervistare importanti artisti da Laura Pausini a Sting: nell’avvicinarti a loro quali sono, se ne hai, le regole o gli accorgimenti che segui?
«Con ogni artista, ogni personaggio da intervistare mi approccio in modo uguale, studiando tantissimo. La biografia, ogni intervista rilasciata ed ogni post sui social. Tutto. Mi preparo così per giorni. Se l'artista è straniero, cerco di capire al meglio l'accento per facilitare la traduzione istantanea durante l'incontro. Poi al momento della intervista vera e propria non mi preparo nessuna domanda o schema, mi lascio letteralmente andare alla empatia che si crea ed al loro umore. È chiaro che studiando tutto di loro mi sembra di conoscerli da sempre e forse così l'intervista sembra più naturale. Mi piace far emergere notizie nuove, curiosità, situazione inedite sentite poco prima, scoprire aspetti nuovi».

Negli ultimi anni assistiamo all’arrivo in radio di molti personaggi come attori, sportivi, ex sportivi ecc. che non hanno alle spalle un percorso come il tuo, che sei nata e ti sei formata professionalmente come speaker: è qualcosa che trovi penalizzante per la tua figura?
«Fare radio non è un mestiere facile, lo dico sempre ai miei allievi del corso di conduzione radiofonica che tengo a Verona. Ci vuole talento, umiltà, determinazione, empatia, curiosità e voglia di presentare qualcosa ogni giorno agli ascoltatori. Chi proviene da altri mondi ha altri linguaggi ma il pubblico della radio, un pubblico che ascolta principalmente, è un pubblico attento e può affezionarsi oppure no a chiunque. Di solito si continua la carriera radiofonica quando si apprende al meglio questo linguaggio, senza troppi personalismi ma con la massima attenzione rivolta verso gli ascoltatori. Non ritengo che nulla sia penalizzante anzi. Chi conduce un programma quotidianamente è pronto per ogni avventura ogni altro linguaggio che passa dalla conduzione alla tv. Pensiamo a Amadeus, Gerry Scotti, Federica Panicucci, Alessandro Cattelan. Anche i social. Chi ha un dono della sintesi? Oppure che sa gestire mentalmente il tempo? Lo speaker radiofonico. Ultimamente sto tenendo dei corsi di Pubblic Speaking agli Streamer (in sintesi coloro che vendono sulle piattaforme di siti o social prodotti di qualsiasi tipo) ed anche in questo campo così moderno, ricercano speaker radiofonici perché sono capaci di improvvisare discorsi e gestire il tempo».

Non solo speaker ma anche giornalista, autrice e ufficio stampa: tra tutte queste sfaccettature, qual è quella che Georgia sente più sua?
«Bellissima domanda. Non saprei perché sono tutte legate alla comunicazione che è proprio nel mio dna da sempre. Immagina una conduzione di un programma giornaliero in cui ne sono l'autrice di quanto dirò, magari cercando nella cronaca (ecco l'altro l'aspetto giornalistico che emerge), speaker radio ed in contemporanea in televisione. Il lavoro di ufficio stampa e promoter radio e social è un ulteriore esempio di comunicazione che serve ad amplificare il messaggio di terzi. Ultimamente sto lavorando in televisione, in estate, sul canale Mediaset La5, proprio con il nostro show Yoga Radio Bruno Estate ed anche questo aspetto mi piace molto».

Come voce di punta di un’emittente territoriale, ma importante, come Radio Bruno, non ti senti “pesce grande in stagno piccolo”?
«Mai. Partiamo dal presupposto che fare radio è una fortuna. Ogni lavoro che si sviluppa da una passione è un lusso incredibile. Detto questo partendo da radio piccole ma fondamentali per il mio lavoro, ho sempre desiderato fare radio a Radio Bruno. Negli anni ho ricevuto molte proposte come puoi immaginare ma nei momenti più belli e quelli più duri, l'attuale gruppo radiofonico mi ha sempre fatto sentire a casa e pertanto per me è un piacere proseguire questa collaborazione radiofonica».

A Sabrina Bertolani che ti ha intervistato per Sabadvance mesi fa hai dichiarato che potresti valutare l’addio alla radio qualora riuscissi a intervistare Vasco Rossi: non temi nel caso di incappare nel motto “mai incontrare i tuoi idoli”?
«Ne ho incontrati tanti negli anni ed alcuni mi hanno profondamente colpita per il loro carattere ed il loro modo di pensare, altri sono stati una delusione pazzesca. Credo che ad una eventuale intervista a Vasco Rossi lui sarebbe gentile e disponibile come sempre, probabilmente io toccando il cielo con un dito per la realizzazione di questo sogno. Vedremo la speranza è l'ultima a morire, no?!».

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