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Intervista a Jessica Balestra   Tutte le interviste tutte le interviste
Jessica BalestraTelegiornaliste anno XIX N. 15 (731) del 10 maggio 2023

Jessica Balestra, i cittadini le mie fonti
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Jessica Balestra, volto dell’emittente interregionale Vera Tv.

Quanto ha inciso per lei l’esempio di suo zio Remo Croci?
«Moltissimo. L’ho sempre considerato uno dei più bravi giornalisti, al di là dell’affetto familiare, pur non avendo l’ambizione di poter dire un giorno sarò come lui; lo guardo ancora da lontano con la curiosità e la consapevolezza di avere molta strada da fare. Ammiro soprattutto la sua dedizione al lavoro, che lo porta ad andare alla ricerca di notizie anche nei momenti di svago e di vacanza, sempre alla ricerca dell’approfondimento e del racconto più oggettivo possibile. Credo che l'ambiente In cui cresciamo finisca per orientare le nostre curiosità e passioni. Sin da quando ero piccola a casa si parlava di politica, attualità, fatti di cronaca. Si seguivano tutte le edizioni dei telegiornali. Quando ho scelto di intraprendere questa strada l'ho fatto d'istinto. Poi ho lavorato sul metodo. Sarà il nostro percorso, costruito da noi stessi, a decidere se saremo adatti per quel lavoro, non il nostro cognome».

Pro e contro di operare in un contesto provinciale, comunque di tutto rispetto, come Vera Tv?
«La nostra è una realtà che nasce locale ma grazie alla lungimiranza del nostro editore ha avuto modo di estendersi a più regioni; le cose positive sono il rapporto più immediato con il territorio, abbiamo la possibilità di intercettare le storie con un contatto più diretto con le persone che spesso vengono anzitutto loro a cercarci; le mie fonti sono spesso proprio i cittadini che mi raccontano le loro notizie, ed è la cosa più bella poter ascoltare in questa veste di punto di riferimento. Non ci sono dei veri e propri contro. È una questione di tempi e di opportunità. Sento di aver vissuto qui il tempo necessario ad apprendere il mestiere ma mi piacerebbe estendere l'orizzonte geografico e aprire a nuove opportunità. Ma non è una priorità, mi sono convinta che spesso "chi cerca non trova": le cose accadono, semplicemente».

Si sente in qualche modo ‘portavoce’ delle istanze della comunità territoriale dove opera?
«Assolutamente sì. A lungo mi sono occupata di violenza, prima sulle donne, ora di genere. Mi sorprende il grande numero di padri separati, sul lastrico e disperati perché non riescono più a vedere i loro figli, che chiedono di poter essere ascoltati. Non tutti gli uomini sono mostri. Si può essere dei buoni padri pur non essendo stati mariti eccellenti. Nessuno, eccetto gravi casi acclarati dalla magistratura, dovrebbe essere silenziato. La violenza non ha sesso e va sempre condannata, chiunque sia il carnefice e verso chiunque venga rivolta. Ma, fortunatamente, mi capita di raccontare anche storie positive, specie nel mondo dell'associazionismo. Uno dei volti belli e autentici del nostro Paese. Come chi, avendo attraversato il tunnel delle dipendenze, oggi aiuta gli altri ad uscirne fuori. La vita ci dà sempre un'altra chance e credo che lo scopo del giornalismo sia soprattutto sociale: educarli ed educare all'ascolto, allontanando giudizi e pregiudizi».

Un anno fa suo malgrado si è trovata al centro di una polemica con il pastore Luigi Carollo. Senza entrare nel merito di una questione che è comunque più che mai attuale come quella dell’identità di genere, come ha risposto alle accuse di parzialità che le sono state mosse?
«Ho scoperto casualmente questa cosa; con il pastore ho sempre avuto un rapporto cordiale; una mia amica mi ha segnalato la cosa, ma ho semplicemente preferito non rispondere perché nel frattempo abbiamo continuato a sentirci; ho solo preso le distanza da quelle affermazioni ‘forti’ del pastore, in quel momento ero la moderatrice che doveva invitare i partecipanti a non oltrepassare i toni contenuti di una normale discussione, nell’ambito di una trasmissione da me ideata e condotta, quindi senza una redazione alle spalle che mi potesse coprire. La cosa è caduta lì nel giro di poco tempo».

Cosa farà Jessica da grande?
«Vivrà – ride ndr – semplicemente continuerà a fare questo lavoro spero con la stessa curiosità ed entusiasmo di oggi, imparando da chi è più bravo, perché per me è stato importante avere accanto persone che mi hanno sempre appoggiato e alle quali sono ancora grata per questo».

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