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Intervista a Roberta Capriglione   Tutte le interviste tutte le interviste
Roberta CapriglioneTelegiornaliste anno XIX N. 9 (725) del 8 marzo 2023

Roberta Capriglione, con il vento a favore
di Tiziana Cazziero

Con molto piacere incontriamo la scrittrice Roberta Capriglione.

Ciao e grazie per aver accettato il mio invito. Come nasce la “Roberta” scrittrice?
«Ciao e grazie a te per questa intervista. Forse non esiste una vera e propria Roberta scrittrice. Esiste una Roberta che ha voglia di raccontare, di comunicare e di esprimere il “suo” mondo in qualsiasi forma. Qualche anno fa ho deciso di annotare dei pensieri su un foglio e in poco tempo sono nati due romanzi. Nonostante tutto non mi piace etichettarmi. Roberta scrittrice è semplicemente il mio avatar attuale. Per me la vita è un fiume che scorre, un continuo cambiamento, una nuova sfida, quindi il futuro avrà la forma che deciderò di dargli. Esistono dei libri scritti da Roberta, quelli sì, ed è l’unica cosa di cui ho certezza adesso. “La Roberta” scrittrice paradossalmente non c’è mai stata e ci sarà per sempre».

Con il vento a favore è il tuo primo romanzo, come arriva la storia di Olivia?
«La mia vita è sempre stata un continuo punto e a capo. Finisce qualcosa e ne inizia un’altra. Rinascita. Sempre. Un eterno fluire dove la fine e l’inizio si inseguono a ciclo continuo. Olivia è l’emblema della ripartenza. Non avrei mai potuto iniziare questo percorso da qualcosa di diverso».

Il tradimento è la chiave della fine della relazione di Olivia, o forse dovremmo dire della sua rinascita?
«Come scrivo nel romanzo: Si rinasce sempre dalle ceneri di qualcosa. Per iniziare un nuovo capitolo bisogna mettere il punto a quello precedente. Il punto però è un segno che rimane cicatrizzato. Voglio credere che la fine sia solo il principio di qualcosa di più grande, o meglio, di più appropriato. Questo è il messaggio. Olivia nel romanzo, più che a una storia, mette fine all’idea che si era fatta di quel rapporto. Il suo cuore ricomincia a battere, nelle sue vene finalmente ritorna a scorrere una linfa vitale. Quindi, in questa ottica, il tradimento vissuto dalla ragazza è un passaggio che implica la fine e la rinascita allo stesso tempo. Le due cose vanno a braccetto e sono imprescindibili l’una dall’altra».

Ho letto il romanzo e apprezzato questo personaggio che nel pieno di un periodo scuro, riesce a trovare la scintilla per rialzarsi. Non tutti i mali vengono per nuocere, questo è il messaggio del tuo libro?
«Hai colto esattamente il punto. Se riuscissimo a vedere l’opportunità anche in quello che consideriamo negativo, la nostra vita sarebbe sicuramente più semplice. Capisco che non è per niente facile. Questo tipo di lavoro si può fare solo a mente fredda e dopo aver superato la tempesta. Dentro il vortice è tutto buio, ma usciti dagli abissi c’è una luce accecante. Nessuno ha una vita priva di ostacoli e ciò che ci differenzia è semplicemente il modo di affrontare quello che accade. La scintilla che citi tu non compare magicamente nel buio. Il più delle volte dobbiamo tirare fuori tutta la nostra forza per cercarla, ma ti assicuro che la volta successiva sarà più facile trovarla».

Ti senti anche tu un po’ Olivia come la tua protagonista? Pensi che tutti abbiano la forza per reinventarsi?
«I continui cambiamenti mi hanno costretta ad adattarmi alle situazioni più disparate, a tirare fuori le unghie, a reinventarmi. Sono rinata tante volte, forse troppe, ma rimane sempre ferma dentro di me la convinzione di chi sono. Questa è la costante. Il mio io si è rinforzato. Se sai chi sei puoi essere chi vuoi. E no, non credo che tutti abbiano la stessa forza. C’è chi molla subito, chi cerca strade più facili, chi cade nella rassegnazione, chi vive bene nell’abitudine. Allontanarsi dalla zona di comfort non è per tutti, ma non c’è una regola o un giusto e sbagliato. Ognuno di noi ha un percorso diverso. L’importante è assecondare il proprio modo di essere e rimanere in linea con i propri obiettivi”.

Parliamo di scelte editoriali, prima hai pubblicato con editore per approdare al selfpublishing, come mai questa scelta?
«Nei rapporti di qualsiasi tipo servono rispetto e sintonia. Se mancano questi elementi meglio camminare da soli. Io do il massimo e pretendo altrettanto».

Quando hai deciso che la scrittura e la pubblicazione erano diventati il tuo prossimo progetto?
«Dopo aver scritto Con il vento a favore ho provato a inviare il manoscritto ad alcune case editrici non a pagamento per testare la qualità del prodotto. Mi sono detta se il lavoro piace a qualche esperto del settore continuo, altrimenti va bene così. Ho ricevuto diverse risposte affermative e così è partito tutto. Dopo pochissimi mesi dalla pubblicazione ho vinto un bel premio e allora ho avuto l’ulteriore conferma della mia direzione. Non riesco a fare un passo se prima non ho la certezza di poterlo fare nel modo migliore».

Come concili la vita quotidiana con la scrittura?
«È un disastro! Forse è un mio limite, ma per scrivere ho bisogno del silenzio assoluto e totale. Ogni distrazione mi fa letteralmente imbestialire. Per fare bene devo trovare il momento di assoluta tranquillità, lontana dagli impegni di mio figlio, dalla necessità del cane di fare la passeggiata, dalla telefonata puntuale che arriva quando sono all’apice della concentrazione e da tutto il resto. La cosa più frustrante è che ancora oggi, dopo tanto tempo, non tutti riescono a capire questa mia esigenza. Non è molto chiaro il lavoro che si nasconde dietro alla stesura di un romanzo. L’idea, lo sviluppo, la ricerca maniacale dell’errore. Leggere e rileggere cento volte la stessa frase per trovarne una più musicale, cercare un nesso che possa rendere credibile la storia. Cancellare ogni cosa e ricominciare da capo. La minima distrazione e tutto salta. Scrivere non è un gioco, non è un capriccetto da bohemien. Scrivere è un lavoro vero e proprio e meriterebbe più rispetto».

Quanto pensi siano importanti i social media per un’autrice?
«Sono sincera, mi trovo un passo indietro rispetto ad altri miei colleghi e non per incapacità, ma per scelta. C’è chi posta più volte al giorno, chi è onnipresente sulle piattaforme. Io appartengo alla vecchia guardia, a chi considera il social uno strumento e non “lo” strumento. Lo utilizzo, ma con parsimonia. È senza dubbio un mezzo utilissimo che può regalare un’ottima visibilità e creare una rete di contatti interessanti. Nonostante tutto, ci sono dei meccanismi che non riesco ad accettare. Non mi piace star dietro ai like, al numero dei followers, ai dati senza anima. Va bene stare al passo con i tempi, ma non voglio diventare schiava di un sistema che non mi appartiene. E poi odio la banalità. Come si può trovare sempre qualcosa di interessante da dire senza cadere nell’ovvio? Il social premia la costanza a discapito della qualità del messaggio. Non sarei coerente nel fare una cosa in cui non credo, ecco spiegata la mia discontinuità nel postare».

Dove possono trovare altre informazioni sul romanzo i lettori?
«Sul blog si possono trovare gli aggiornamenti sul mio percorso letterario. Inoltre, sono sempre disponibile a parlare direttamente con i miei potenziali lettori e a rispondere a qualsiasi curiosità o domanda. Basta mandarmi un messaggio in privato su instagram e sarò lieta di rispondere».

Questo ultimo spazio è tuo, se vuoi puoi aggiungere qualcosa che non è stato detto.
«Vorrei rassicurare chi ancora non mi ha letto. Nei miei romanzi non sono così rigida e bacchettona come in questa intervista. È vero, sono molto critica e severa nei miei confronti, ma quando scrivo lascio scorrere l’aspetto più morbido, più creativo. Tutta la leggerezza che non riservo a me stessa la regalo ai lettori. Ecco perché punto molto sull’ironia, sulla delicatezza delle frasi, sulla chiarezza del messaggio. La lettura deve scorrere, fluire senza intoppi, per dare modo al lettore di assaporare velocemente la storia, interiorizzando quasi in maniera impercepibile il messaggio più profondo. Il mio desiderio più grande è che, chi mi legge, riesca a far tesoro di tutto, perché scrivere con il cuore vuol dire anche donare. Si dona esperienza, vissuto, emozioni e una buona parte di mondo interiore lasciato nascosto. Grazie mille, Tiziana, per avermi dato la possibilità di farmi conoscere.».

Grazie a te per la chiacchierata.


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