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Beatrice BortolinTelegiornaliste anno VIII N. 19 (321) del 14 maggio 2012

Beatrice Bortolin, viva la comodità!
di Giuseppe Bosso

Incontriamo Beatrice Bortolin, inviata del Tg5, dove lavora dal 2004.

Come sei arrivata al Tg5?
«Ho frequentato l'Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, riconosciuto ai fini del praticantato, e circa dieci anni fa mi fu data la possibilità di partecipare a due stage, uno a Repubblica e uno, appunto, al Tg5, allora diretto da Mentana, che mi chiamò per una sostituzione estiva nel 2004. Da allora, sono rimasta, fino all'assunzione».

Che ricordi hai dei tuoi esordi?
«Ti racconto un simpatico aneddoto. Uno dei miei primi servizi riguardava le sorelle Williams, campionesse di tennis, per l'edizione notturna. Ero all'inizio e il mio accento torinese era alquanto marcato; un amico mi telefonò e mi disse: "ma posso sentire in piena notte in televisione la Bortolin pronunciare racchetta con questa "E" aperta?" (ride, ndr)».

Dalla provincia piemontese ad una delle più importanti redazioni: quali le difficoltà che hai incontrato?
«A Urbino ho avuto la possibilità di imparare in maniera compiuta come si monta un servizio, le tecniche di regia... da questo punto di vista non ho avuto particolari problemi; semmai il difficile è venuto nel frequentare un ambiente in cui nessuno ti dice "hai fatto bene", "dovresti migliorare in questo", ecc. Questo l'ho dovuto imparare da sola».

Il Tg5 ha da poco salutato la sua veterana, Cristina Parodi, passata a La7: credi sia un segnale di rinnovamento?
«Il direttore Mimun da anni sta rinnovando, assumendo nuovi redattori e sperimentando nuovi volti alla conduzione. Questa però mi sembra una perdita per il nostro telegiornale. Mi dispiace davvero che Cristina ci abbia lasciati, è il volto storico della nostra redazione, il volto dell'edizione delle 20. La presenza dei veterani, come lei e come Cesara Buonamici, è fondamentale anche per noi nuove leve».

Quale credi debba essere il ruolo dell'informazione in tempo di crisi come questa?
«Contrariamente a quanto si pensa io ritengo che si sbagli a criticare l'informazione, che fa sempre il suo dovere. Capisco, certo, che questa crisi venga maggiormente percepita dalla gente e forse si abbia l'impressione che non venga raccontata in maniera appropriata».

Qual è il look di Beatrice sul lavoro?
«Mia madre pensa che stia meglio con i capelli raccolti, e quando mi vede in onda a capelli sciolti mi tempesta di telefonate... (ride ancora, ndr); scherzi a parte, credo che l'inviato, che sta in giro circa 12 ore al giorno, debba presentarsi in maniera più comoda e sciolta possibile, non ha le stesse esigenze di chi si presenta in conduzione».

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