Intervista ad Arianna Chieli (2) | tutte le interviste |
Telegiornaliste anno VI N. 2 (219) del 18 gennaio 2010
L'eleganza secondo Arianna Chieli di Valeria Scotti Il look adeguato per ogni occasione? Esiste. Così come il giusto equilibrio nel concetto di eleganza. Un anno e mezzo dopo la nostra prima intervista, abbiamo nuovamente incontrato con piacere Arianna Chieli e la sua nuova creatura, il manuale Eleganza per Lei, edito da Astraea. Genesi di un libro nel racconto della sua autrice. Come nasce Eleganza per lei? «Ho conosciuto Piero Severi, editore di Astraea, perché volevo recensire uno dei little pink book della casa editrice. C'è stato subito un buon feeling ed è nata la collaborazione sul primo volume 'Big' della casa editrice, che è Eleganza per Lei, piccolo manuale di vita con stile per la donna moderna. Il titolo è un richiamo ai manuali di bon ton degli anni 50. Il contenuto è invece tarato sulle esigenze delle donne di oggi, incasinate tra lavoro e famiglia, sempre di corsa, ma non necessariamente sciatte! Nel libro c'è dentro il mio trascorso personale di giornalista di moda, seguo le sfilate per Corriere.it da anni e 'costume e società' è la mia specializzazione, oltreché la mia passione. La necessità di arrivare ad un lavoro più strutturato dei singoli articoli ha trovato la perfetta espressione nella composizione e scrittura di un libro dedicato all'argomento. Ho avuto poi la fortuna di collaborare con Alessandra Ceriani per le illustrazioni, una delle migliori in assoluto: un valore aggiunto incredibile». Dalla tua introduzione: come insegna Diana Vreeland, l'eleganza è togliere di dosso quel qualcosa in più prima di uscire di casa. L'eleganza, dunque, come sottrazione. Qualche esempio? «Spesso si tende ad esagerare e nel mix&match risulta più difficile non sbagliare. Con un jeans, una t-shirt bianca e una broche importante sei carina, pulita e discreta. Questo non significa che se ti senti bene con strati di abiti addosso - come ha fatto Missoni nella collezione inverno 2009 - devi optare per il minimalismo più assoluto. Ti faccio un esempio con i gioielli: collana, più orecchini importanti, più anelli, più bracciali, più spilla uguale ad albero di Natale. Un solo anello, molto molto grande è decisamente più chic. Esempi di donne eleganti? La mitica Audrey Hepburn, ma anche Charlotte Casiraghi. Tra le italiane mi piace molto Beatrice Borromeo e trovo di una bellezza disarmante Laura Chiatti». Glam o Trash: il 2010 in fatto di buon e pessimo gusto? «Glam è Michelle Obama con il suo tubino giallo che ha fatto il giro del mondo. Trash una delle concorrenti del GF con la sesta di seno chirurgicamente modificato e ostentato come modello culturale. Un disastro per le più giovani. Ancora, glam è la moda ecosostenibile, trash l'ostentazione in ogni sua forma». I dieci indispensabili: dal tubino nero alla sottoveste di sera, passando per jeans, t-shirt e pantaloni neri. Quante e quali donne oggi, nel loro guardaroba, riescono davvero a optare per questo insieme di capi senza soffermarsi sempre e solo su uno/due al massimo? «Noi donne che viviamo nel ricco mondo occidentale disponiamo di ben più di 10 capi nell'armadio. Si tratta sempre di una questione di testa. Certo è più facile ricorrere ai capi-coperta di Linus, ma è anche noioso e ripetitivo. Ogni tanto cambiare prospettiva fa gran bene, a partire da come una donna si veste che è quasi sempre lo specchio di come si sente. Voglio dire, se indossi un abito da sera rosso Valentino, devi un po' sentirti divina, anche se solo per due ore». Matrimoni, cocktail, cene formali. Quali sono gli errori più comuni? «Ai matrimoni è vietato l'abito bianco (è solo per la sposa, non vorrete mica rubarle la scena?), ai cocktail in generale non si indossa un abito lungo, ma al ginocchio e alle cene formali non ci si presenta vestiti casual. No alle scarpe da ginnastica e ai cargo pants per capirci. Se si sceglie un jeans - che peraltro se la cena è davvero molto formale sconsiglio vivamente - va abbinato a scarpe iperfemminili con tacco spericolato». L’armadio perfetto: il tuo quanto lo è? «Il mio armadio è uno stato di necessità. Vivo a Milano, dove i metri quadrati pro-capite sono merce rara, perciò sono costretta ad un lavoro di selezione e smistamento costante. Rispetto a qualche anno fa compro meno, ma meglio. E scambio un sacco!». Progetti futuri? «Da gennaio 2010 ho un blog di posta su LeiWeb. Si chiama Vita con stile e rispondo alle domande delle lettrici su temi legati a moda e stile. E poi stiamo preparando la prima edizione del FashionCamp, un barcamp per parlare di moda. Sarà a Milano all'inizio di giugno. Un appuntamento imperdibile per chiunque si occupi di moda e nuove tecnologie. Ma magari ne riparliamo...». |
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