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Archivio Telegiornaliste anno VII N. 21 (281) del 6 giugno 2011
 
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MONITOR Margherita Salemme e la cucina al Vg21 di Giuseppe Bosso

'Angolo cottura' è uno dei cavalli di battaglia di Marco Travaglio che punzecchia i telegiornali per l'introduzione di spazi dedicati alla gastronomia: dai tg Rai a quelli Mediaset ai canali locali e satellitari sono sempre più. Bene o male? Ne parliamo con una nostra vecchia conoscenza, Margherita Salemme, tgista di Canale 21 che da un anno cura con successo la rubrica Le ricette di Canale 21 nel telegiornale dell'emittente campana.

Com'è nata questa rubrica, Margherita?
«La redazione ha chiesto a me e ad altre colleghe di inventarci uno spazio in cui occupare una finestra nel corso di Vg21. Ho avuto questa idea, da appassionata di cucina e devo dire che il risultato è andato al di là delle più rosee aspettative».

Appassionata di gastronomia?
«Sì, è una cosa che mi piace e in cui adoro cimentarmi in modo attivo».

Come vengono scelti gli ospiti?
«Intanto ci tengo a sottolineare come la rubrica non sia la scopiazzatura di altre che si vedono anche in tg nazionali. La particolarità sta nel fatto che noi andiamo a casa delle persone che ci presentano le loro particolari ricette e cerchiamo di sintetizzarle in pochi passaggi. All'inizio eravamo noi a cercare gli ospiti, man mano si sono proposti loro».

In moli criticano l'"angolo cottura" dei telegiornali che distoglierebbe l'attenzione da temi più concreti: cosa ne pensi?
«Non condivido questo pensiero. Non penso sia sbagliato dedicare una finestra a un argomento che, non nascondiamocelo, tira e non poco; non credo sia kitsch, anzi, è un modo per avvicinarsi di più alla gente».

C'è stato qualche ospite o qualche ricetta che ti ha colpito più delle altre?
«No, tutti si sono sempre distinti e caratterizzati in modo particolare».

Non è che aspiri a diventare la Benedetta Parodi di Napoli?
«Magari! Non mi dispiacerebbe, un giorno, arrivare anche alla realizzazione di un libro di ricette partenopee».

La cucina è anche un'arma di seduzione?
«Altroché! E non mi dispiacerebbe cimentarmi in qualche ricetta afrodisiaca...».
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CRONACA IN ROSA Rivoluzionarie al volante di Anna Rossini

Questa storia è dedicata a coloro che pensano che le rivoluzioni siano cose da uomini. Dove si distrugge un sistema per crearne un altro, magari altrettanto crudele. Questa storia invece dimostra che le rivoluzioni partono dalle piccole cose. Ricordate Rosa Parks che si rifiutò di cedere il suo posto su autobus dando il via alle proteste contro la segregazione razziale negli Stati Uniti? E il cambiamento che ha significato per le donne potere indossare prima i pantaloni e poi la rivoluzionaria minigonna, simbolo di libertà ed emancipazione?

Ecco, questa è la storia di una rivoluzione che parte da bisogni soggettivi, ma con implicazioni molto più grandi. Questa è la rivoluzione di Manal Al-Sharif, una ragazza che ha deciso di sfidare le leggi del proprio paese – l'Arabia Saudita – e di mettersi al volante di una automobile. Pubblicando poi su internet il video della propria impresa. Arrestata due giorni dopo, Manal è solo una delle tante donne saudite che reclamano il diritto alla guida. Le ragioni sono pratiche: potersi spostare senza un accompagnatore maschio o senza bisogno di assumere un autista, cosa che molte non possono permettersi o essere in grado di provvedere alla famiglia nel caso in cui l'uomo di famiglia sia impossibilitato a guidare (ad esempio in caso di malattia).

Riunite nel gruppo Women2drive, facilmente rintracciabile sui social media e in internet, affronta una questione emersa già nel 1990, quando un gruppo di 50 donne furono arrestate per avere dimostrato chiedendo la possibilità di guidare. Manal è una delle organizzatrici di una azione prevista per il prossimo 17 giugno: donne di ogni età si metteranno al volante di una macchina e guideranno per le strade saudite.

«Non siamo qui per infrangere la legge, protestare o sfidare le autorità. Siamo qui per rivendicare un nostro semplice diritto», si legge nella pagina Facebook I will drive my car in my country. Una richiesta di civiltà, quindi, e di una vita più semplice. Però evidentemente pericolosa, secondo i religiosi ultraconservatori.
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FORMAT Il pagellone di maggio di Giuseppe Bosso

Sole splendente su Elisa Anzaldo. La palma del mese va alla giornalista catanese, ennesima vittima del 'divo Augusto' Minzolini dopo Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario. Non può che farci piacere constatare che nel Tg1 finalmente c'è voglia di rinnovamento, a cominciare dai veterani, e ci auguriamo che tale ventata, che da un po'di tempo soffia ovunque, si ripercuota anche sul resto dell'informazione.

Sereno su Al Gore: l'ex numero 2 della Casa Bianca scende in campo per la difesa di Current tv ed Annozero lo ospita. Un grazie sentito per la grande lezione di libertà di informazione oltreoceano.

Soleggiante su Rai 1. La fiction di prima serata conclude la sua annata positiva con due successi: Un passo dal cielo e Notte prima degli esami '82. tralasciando qualche mugugno che ci ha suscitato il riferimento alle due pellicole di successo firmate Fausto Brizzi, bisogna dire che la serie è stata gradevole, così come quella con Terence Hill protagonista. Un plauso, comunque, ai produttori per avere ancora una volta saputo puntare bene su volti sconosciuti ma di grande qualità, dal napoletano Enrico Ianniello (poliziotto burbero ma dal cuore buono che ha affiancato Hill) ai giovani emergenti Francesco Mistichelli e Giulia Lippi.

Variabile su Raffaella Carrà. La Raffa nazionale torna in grande spolvero su Raidue in occasione della finale dell'Eurovision Song Festival; remixata da Bob Sinclair e in evidenza anche in un noto spot, sembra che presto la rivedremo nuovamente nel prime time, ed è una buonissima notizia in vista della nuova stagione televisiva.

Poco nuvoloso su R.I.S. Roma 2. Le avventure della squadra di Lucia Brancato (alias Euridice Axen) conquistano ancora una volta il prime time di Canale 5. Un plauso anche a Marco Basile che si conferma un cattivo di grande spessore. Il finale della serie, lascia aperta la strada ad un terzo capitolo.

Foschia su Un medico in famiglia. Era prevedibile che l'assenza di nonno Libero-Banfi si facesse sentire; non ce ne vogliano i protagonisti Giulio Scarpati, Margot Sikabonyi e Giorgio Marchesti (piuttosto in auge, ultimamente, come dimostrano le partecipazioni a I Liceali e Notte prima degli esami'82), ma non appare molto sensato continuare a proporre le storie della famiglia Martini.

Nebbia su Me lo dicono tutti. Il simpatico Pino Insegno ce la mette tutta, ma decisamente questo programma che ricalca un misto tra Candid Camera e Il Grande Bluff di Luca Barbareschi non funziona. Per avvicinare i vip al pubblico non servono certo questi scherzetti.

Pioggia su Ciak....si canta! Con Eleonora Daniele discreti risultati, ma la coppia Belen-Facchinetti ha decisamente disatteso le aspettative; continua il momento no dell'argentina, per troppo tempo probabilmente sugli scudi.

Temporale su Human: ci dispiace per la nostra amica Rossella Brescia che lascia Colorado, ma stavolta ha decisamente sbagliato format. Meglio archiviarlo senza troppi rimpianti.

Grandina
su Vittorio Sgarbi. Una puntata in prime time è stata più che sufficiente, giusto stopparlo.

Burrasca sull'informazione italiana(o quel che ne rimane..), ormai plurirecidiva nel fanalino di coda della nostra classifica. Poco pubblicizzati i referendum di giugno, nodo cruciale per le sorti del nostro Paese, e una campagna elettorale che verrà ricordata molto per i toni polemici di certi dibattiti e poco per il non aver saputo comprendere la grande voglia di cambiamento.
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HOT GIRLS Il porno che impazza in Cina di Valeria Scotti

Sora Aoi, una pornostar da milioni e milioni di seguaci. Una star a luci rosse della rigorosa Cina. Per chi ha un po’ di dimestichezza con i social network… beh, il suo profilo su Weibo, clone di Twitter, è tra i più visitati. Abbiamo detto tutto.

Il punto forte del suo successo? Certamente non solo uno. Una popolarità esplosa su internet. Sora, che ha studiato per anni il Mandarino sia orale che scritto, ha avuto la capacità di comunicare con fan che altre attrici hard hanno scelto di ignorare. Peggio per loro.

Ed è per questo che il nome della pornostar ha addirittura battuto per numero di ricerche quello di Mao su Google. Una organizzazione, la sua, che si fa complessa. Oggi ha accanto uno staff come pochi. Assistenti, segretari e portavoci che la descrivono come una ragazza sincera ed amichevole. Una perla rara.

A quanto pare, Sora sarebbe dotata anche di un grande cuore. In seguito al terremoto dello Yushu a Qinghai in Cina avvenuto il 14 aprile 2010, la Aoi ha organizzato proprio sul web una raccolta fondi - attraverso i suoi dvd porno - da destinare alla regione colpita dal sisma. Che donna.
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DONNE Burlyce Logan: una laurea che vale di più di Giulia Fiume

«Volevo terminare ciò che avevo cominciato»: così spiega al New York Times la scelta di riprendere gli studi dopo aver raggiunto l'età della pensione. Burlyce Logan è una degli undici studenti afroamericani che, nel 1956, si iscrissero all’University of North Texas.

Malgrado nel 1954 la Corte Suprema degli stati Uniti avesse dichiarato incostituzionale la segregazione razziale, gli afroamericani (e non solo loro) continuavano a subire molestie e maltrattamenti anche all’interno del mondo accademico. I professori si mostravano intolleranti nei loro confronti, gli altri studenti li schernivano e per nessuno di loro si prospettava la possibilità di vivere all’interno del campus.

Così, dopo soli due anni, la studentessa fu costretta a lasciare l’università. Le continue manifestazioni di odio nei confronti di chi, come lei, era di origine "diversa", la portarono alla drastica decisione di abbandonare gli studi.

Burlyce si trasferì in California, ebbe una famiglia. Ma conservò gelosamente il desiderio di riprendere gli studi.
Così, nel 2005, rieccola tra i libri. Di nuovo all’University of North Texas, lo stesso campus che, anni prima, l’aveva costretta a rinunciare al suo sogno. Con passione, impegno e tanto coraggio è riuscita a completare gli studi e a conseguire la laurea in Arti e scienze applicate: «Il mondo è evoluto e le persone assieme ad esso». Per fortuna.

Oggi, dopo 55 anni, questa donna può finalmente stringere tra le mani quello che non è più un semplice pazzo di carta. La sua laurea riveste un’importanza più grande: è il simbolo della lotta contro la discriminazione razziale.
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