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Deborah AnnolinoTelegiornaliste anno XII N. 14 (487) del 27 aprile 2016

Deborah Annolino: a Bologna la mia svolta
di Giuseppe Bosso

Dagli esordi nella natia Agrigento alla nuova vita professionale incrociata a Bologna, incontriamo Deborah Annolino.

Come ha vissuto il passaggio dalla sua Agrigento al nord Italia?
«Un passaggio non indolore ma obbligato nonostante la consapevolezza che avrei ricominciato da zero: città nuova, vita nuova, difficoltà nuove. Ad Agrigento però devo molto, dieci anni di formazione sul campo, tra impegni di redattrice-telegiornalista e uffici stampa. Il trasferimento al nord mi separava definitivamente da piccole certezze della mia città, ma si sarebbe rivelato come la svolta: Bologna infatti rappresenta il riscatto della mia vita professionale, quello di cui avevo bisogno per tornare a lavorare con l’anima. Qualsiasi scelta nella nostra vita comporterà qualche perdita, ma se il bilancio finale sarà positivo avremo agito nel modo giusto».

Cos'è la rivista Condominio News che dirige e come si è trovata ad affrontare questa esperienza?
«L’house organ – on line e cartaceo - edito da ANAP, Amministratori Professionisti l’Associazione Nazionale di categoria che tutela e promuove il gestore di immobili: la mia attività di consulente nasce proprio nel settore condominiale-immobiliare per svilupparsi tra Roma e Bologna; con il direttivo ANAP abbiamo progettato e lanciato nel 2014 la sfida editoriale, Condominio News giunta oggi alla sua ottava edizione; un magazine con un impianto informativo dinamico e differente dalla produzione già esistente. La Testata giornalistica iscritta al Tribunale di Bologna raccoglie le novità della materia secondo una filosofia associativa, che mette al primo posto l’associato: l’amministratore. La forza di questo progetto? La versatilità dei contenuti e dell’impianto stilistico pronto a cambiare in linea con le evoluzioni del mercato».

Ci parli di AD Communications e come è nata questa attività.
«Lo studio di Comunicazione AD (omaggio all’Advertising e al mio nome e cognome) nasce nel 2016, ma poggia le proprie basi su un’esperienza più che decennale dei propri collaboratori; insieme ad altri professionisti – giornalisti, web designer, creativi, copywriters - abbiamo messo in piedi un progetto di analisi, studio e promozione rivolto alle imprese e alle associazioni. Il nostro impegno, la nostra vocazione è la comunicazione di tipo “sartoriale”: tutti i progetti sono personalizzati ed esclusivi nel loro messaggio per offrire valore aggiunto alla consulenza; AD Communications non può considerarsi l’approdo, ma l’inizio di un nuovo stimolante percorso dove oltre alla competenza del fare non mancherà mai l’entusiasmo e la passione».

C'è differenza tra essere giornalista e consulente?
«Sono due figure differenti ma complementari; mi sento di incarnare questo binomio e di vivere la consulenza come un arricchimento per la professione giornalistica; iscritta all’Ordine dal 2006, quattro anni dopo viravo verso il mondo degli Uffici Stampa; posso dire che la consulenza per la Comunicazione d’impresa richiede dosi massicce di studio e aggiornamento costanti. Il giornalista che collabora per una redazione televisiva o per un quotidiano farà il suo dovere aggiornandosi ma non sarà portato a ricercare e consolidare una rete di relazioni utili per il networking dei propri clienti. Il consulente della comunicazione inoltre fa anche il giornalista quando va a caccia di notizie oppure si ingegna a “costruirle” avendo cura di non oltrepassare il confine tra informazione e proposta commerciale».

Tornerebbe al sud?
«Tornerei al sud se decidessi di cambiare mestiere e accontentarmi di un’alternativa; ammiro chi ci riesce, ma il rispetto per i miei studi, la mia ambizione e l’amore per la comunicazione me lo impediscono. Purtroppo negli ultimi anni l’editoria nazionale, ancor più quella siciliana sono sprofondate: alcune redazioni hanno chiuso battenti, altre arrancano sfruttando i collaboratori; situazione critica anche per le emittenti Tv e Radio della mia provincia dove comunque ricordo con immenso piacere la lunga e proficua gavetta. Erano altri tempi: al sud, è vero, non ci sono soldi (o sono mal investiti?) ma la cosa più grave è l’assenza di una cultura imprenditoriale, dell’investimento nei giovani ma anche nei professionisti che valgono; più in generale bisognerebbe rinvigorire quel tessuto di piccole medie imprese sempre più precario che ogni anno costringe centinaia di giovani ad andar via; la nostra classe politica farebbe bene a riflettere ed agire in fretta».

Quali sono le difficoltà che ha maggiormente avvertito?
«Le difficoltà sono emerse in due momenti: il primissimo “inserimento” lavorativo a Bologna e il consolidamento delle attività di libera professionista; la volontà e la forza d’animo mi hanno portata a superare gli ostacoli e a pensare con una mentalità imprenditoriale che in Sicilia non mi aveva mai sfiorata; per il resto non mi sono fatta scoraggiare. Semplicemente ho “adottato” una nuova cultura sociale e professionale, con tanti sacrifici e le soddisfazioni che non sono mancate. Se questa vita morde tu mordila di più, così intonava Venditti in una sua canzone, così ho fatto io immersa in un nuovo contesto che andavo sempre più esplorando».

Vede segnali di ripresa per l'economia italiana, dal suo punto di vista di operatrice della comunicazione?
«Per mia natura tendo ad essere ottimista e a pensare positivo; quindi sia per attitudine sia perché il mio studio sta raccogliendo l’interesse e l’attenzione di molte imprese voglio pensare che qualcosa stia cambiando; l’avvento del Digital Marketing & Communications ha certamente influito positivamente, ampliando anche l’elenco delle figure specialistiche. Qualche anno fa sarebbe stato difficile pensare alla nascita di profili come Seo Specialist e Social Media Marketing; questo ci mostra come le aziende, anche quelle piccole, abbiano compreso l’importanza di un Piano di Comunicazione strategico affidato non a chiunque ma a dei professionisti».

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