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Intervista a Cesara Buonamici tutte le interviste
Cesara BuonamiciTelegiornaliste anno III N. 32 (110) del 10 settembre 2007

Buonamici: mi godo la serenità recuperata
di Nicola Pistoia

Lei si rifiuta di parlarne, e in effetti lo scandalo che la coinvolse nel 2006 sembra acqua passata.
Pochi ricordano che Cesara Buonamici fu sospesa dall’Ordine dei giornalisti del Lazio perché coinvolta nell’inchiesta che portò all’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia: secondo il pm John Woodcock, Cesara si era proposta come intermediaria, dietro pagamento di una percentuale, per far ottenere a Rocco Migliardi l’autorizzazione al commercio di slot machines.
La posizione fu archiviata, non prima però della pubblicazione delle compromettenti intercettazioni telefoniche che la coinvolgevano.

Cesara non vuole nemmeno tornare sull'argomento "occhio di vetro", che appassionò il dibattito su di lei sempre nel 2006, ad agosto.
A chi si chiedeva (una giornalista di Libero, Alessandra Menzani), con che coraggio la Buonamici continuasse ad andare in video, Cesara rispose tornando alla conduzione del Tg5 il 14 maggio scorso.
Da allora la serenità sembra regnare sulla vita della donna e della giornalista.

Che aria si respira in redazione con l'arrivo del nuovo direttore?
«Buona, molto buona. E' una persona che tutti conosciamo e che abbiamo già apprezzato in passato».

Un giudizio per definire Mentana, Rossella e Mimun.
«Mentana è una specie di bollitore sempre acceso, gli piace il ritmo comunque. Rossella direi il contrario, molto riflessivo. Mimun dà un senso di solidità».

Parliamo un po' di lei: un resoconto di questi primi 50 anni di vita?
«Dio mio quanti! Lo so che è banale, ma finché non si prova non si capisce. Sono volati. Volati bene, ma volati. Sono stata fortunata. Ho una bellissima famiglia, provengo da un luogo stupendo, le colline di Fiesole dalle quali si guarda Firenze, ho un lavoro che mi piace infinitamente e lo faccio nel posto giusto. Come faccio a lamentarmi?»

Un voto da 1 a 10 come donna...
«Donna vuol dire tante cose. In certe cose mi sento da 1, in altre da 8 o da 9. Ma mai le specificherò queste diversità».

...compagna...
«Non sono difficile, un po' ansiosa, anche un po' rompiballe quando serve, ma nulla di più. Mi piace la casa, sono affettuosa. Come dire? C'è di peggio».

...giornalista...
«Mi impegno tanto. Mi sono sempre impegnata tanto. Se ho fatto bene o male lo lascio giudicare agli altri, ma sull'impegno mi posso giudicare serenamente. Mi piace molto imparare da quelli più bravi».

C'è un errore al quale, se fosse possibile, vorrebbe rimediare?
«Non lo so se l'ho commesso. Se con qualcuno di quelli ai quali voglio bene non sono stata chiara, rimedio subito: vi voglio molto bene».

Nel suo futuro vede ancora il telegiornale?
«Girare la domanda a Mimun...».

Un consiglio agli aspiranti colleghi?
«Molto impegno, molta curiosità, molta voglia di imparare, non pensare mai di sapere tutto quel che c'è da sapere. Il resto è caso e fortuna».

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