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Archivio Telegiornaliste anno XVI N. 6 (623) del 19 febbraio 2020
 
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TGISTE Deborah Annolino, sarta del giornalismo di Giuseppe Bosso

Era la primavera del 2016 quando intervistavamo una ragazza agrigentina che all’ombra delle due Torri si stava affermando come brillante giornalista. E a distanza di quattro anni possiamo dire che di strada, Deborah Annolino ne ha fatta, con ottimi risultati.

Deborah, raccontaci come hai sviluppato in questi anni il tuo lavoro lungo il filone del video storytelling.
«Ciao Giuseppe, sono felice di incontrarti e ti ringrazio per questa nuova intervista. Era il 2016 quando ci siamo sentiti per la prima volta e a Bologna nasceva AD Communications il mio studio di comunicazione. Ammetto che Telegiornaliste mi ha portato fortuna. In questi anni sono arrivati tanti progetti insieme ad altrettante soddisfazioni. Insieme ai professionisti dello Studio mi occupo di ideare e realizzare servizi o interviste che abbiano queste caratteristiche: breve durata, taglio informativo e non pubblicitario, messaggio emozionale, storyboard accattivante. Il videostorytelling rappresenta oggi il futuro della comunicazione come spiego nell’articolo sui nuovi trend per il 2020 del Blog di AD Communications».

Come raccontare la realtà delle aziende oggi attraverso una telecamera?
«Ci sono tanti modi per raccontare il brand. La prima cosa da fare è ascoltare chi vive tutti i giorni l’azienda, comprendere quali sono le esigenze ma soprattutto i desideri per mettere a punto un piano di comunicazione che sia autentico e personalizzato. L’occhio della telecamera racconta, senza aggiungere tante parole, punti di forza ed esperienze positive. Al videostoryteller il compito di trovare e portare alla ribalta, sui Media on e offline, le buone notizie di un’azienda».

Puoi individuare un momento o un episodio particolare che ha rappresentato una svolta per te?
«Ogni giorno è un’occasione in cui impegnarsi e dare il meglio. La soddisfazione più grande è quella di essere partita dalla Sicilia con una valigia carica di sogni che in parte ho trasformato in qualcosa di tangibile. Per rispondere alla tua domanda il ritorno al piccolo schermo - con la conduzione di una rubrica sulla salute e la realizzazione di alcuni redazionali per la Tv - ha rappresentato sicuramente un punto di svolta per la mia carriera, intrapresa come Telegiornalista ad Agrigento nel 2002. L’altro importante traguardo è arrivato con le docenze, in giro per l’Emilia Romagna, da Bologna a Modena, da Imola a Forlì, per formare il personale delle aziende sul Digital Marketing. Gli obiettivi futuri sono tanti ma più che annunciarli preferisco realizzarli per poi raccontarli tra qualche anno».

L’Italia è un terreno fertile o punti più all’estero?
«Amo il mio Paese e non ho mai pensato di lasciarlo. L’Emilia Romagna mi ha accolta e mi ha permesso di scrivere una nuova pagina professionale. Mi occupo di comunicazione e giornalismo da più di 16 anni con la stessa passione del primo giorno, e lo faccio in Italia. Un miracolo? No, solo grande tenacia e un pizzico di follia».

Possiamo dunque ritenere superata la concezione del ”comunicare fai da te”? Gli operatori economici che si rivolgono a te sono consapevoli della necessità di rivolgersi a veri professionisti del settore nel loro interesse?
«L’era della comunicazione “fai da te” non può considerarsi finita. Tante realtà, anche grandi, continuano a predisporre, senza guida e senza logica editoriale, le loro campagne di comunicazione. Questa improvvisazione non passa di certo inosservata. Gli utenti, sempre più consumatori e produttori di informazione, sanno riconoscere chi è “sul pezzo” e chi invece comunica in modo incostante o improvvisato. In generale la situazione sta migliorando al Nord Italia dove il più delle volte la comunicazione è affidata ad agenzie o professionisti, con un ritorno di immagine più che valido».

La nostra filosofia “sartoriale” ci consente una pianificazione artigianale è scritto nella vostra home page: cosa intendi?
«Mi piace prendere come esempio un vecchio e prezioso mestiere come quello del sarto. Proprio come un abito su misura la comunicazione oggi va curata nei minimi dettagli e va personalizzata in base alle esigenze di budget, ai gusti aziendali ma anche ai trend della comunicazione che cambia. Lavorare in modo sartoriale significa entrare in empatia con il cliente per essere allineati in tutte le fasi, ma soprattutto condividere e valutare i risultati».

Come sei entrata in contatto con 7 Gold e cosa ti aspetti da questa collaborazione?
«Con 7 Gold ed alcune reti bolognesi collaboro in modo saltuario e soprattutto da consulente esterna. La conduzione televisiva e il videogiornalismo rimangono il mio cavallo di battaglia insieme ai palchi da cui continuo a presentare eventi con grandi platee, in Emilia Romagna ma anche fuori Regione».

Siamo alla nostra seconda chiacchierata: come pensi di essere cambiata in questi anni?
«Un cambiamento, personale e professionale, è evidente; vado incontro a nuove consapevolezze ma sempre con umiltà. Imparo dagli sbagli e faccio tesoro degli insegnamenti di chi ha più esperienza e con me vuole condividerla. Vorrei chiudere questa intervista con un consiglio per i più giovani che sognano di trovare posto nel mondo della comunicazione: Quando e se un ostacolo sembrerà insormontabile, tirate fuori tutta la grinta e la forza che avete per affrontarlo. Inseguire un sogno, il vostro, significa combattere senza mai arrendersi. Nulla è veramente impossibile se ci credi veramente».
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TUTTO TV Centovetrine: i protagonisti oggi di Giuseppe Bosso

Sono passati ormai quattro anni dall’ultima puntata della soap opera made in Italy più longeva, dietro soltanto alla ormai pluriventennale Un posto al sole, ambientata a Torino, che per tre lustri ha catalizzato l’attenzione del pubblico.

Centovetrine, con le sue trame coinvolgenti e appassionanti, ha a lungo rappresentato un’eccellenza della fiction seriale del Belpaese, ma a un certo punto, e nonostante indici d’ascolto per nulla deludenti, ha conosciuto un lento, inesorabile declino, che dallo spostamento da Canale 5 a Rete 4 ha portato alla cancellazione nell’estate 2016, con l’ultima puntata andata in onda l’8 agosto di quell’anno.

Ma a distanza di anni, cosa ne è stato dei protagonisti del serial le cui vicende ruotavano intorno a un centro commerciale nel cuore del capoluogo piemontese?

Pietro Genuardi, indimenticato Ivan Bettini dello sceneggiato, oggi è nel cast di un altro, non meno popolare, serial come Il paradiso delle signore; Alex Belli, alias Jacopo Castelli, si alterna tra cinema e tv con buon successo, anche se negli ultimi anni ha fatto notizia più per le sue turbolente vicende sentimentali che per le sue interpretazioni; più defilata sua sorella (di fiction) Viola, alias Barbara Clara, apprezzata anche dj e cantante (in passato con Andrea Delogu aveva formato un popolare duo, le Cinema 2), che conduce un programma radiofonico sull’emittente Radiostereocittà; Jgor Barbazza e Linda Collini, alias Damiano Bauer e Cecilia Castelli, coppia sul set e nella vita, hanno preso parte alla popolare serie Alex & Co; Emanuela Tittocchia, Carmen nella soap, è tra le ospiti più assidue di Pomeriggio Cinque, condotto da Barbara D’Urso, ma è anche richiestissima come volto di punta di eventi in tutta Italia, e nei giorni del Festival a Sanremo ha diretto con successo “Tra palco e città”, che ha animato la cittadina ligure tra aneddoti e ricordi dei 70 anni della kermesse musicale. Altri storici protagonisti, come Michele D’Anca, Marianna De Micheli e Alessandro Mario, sono molto attivi sul versante teatrale.

Non manca nemmeno chi, come Serena Bonanno, la prima, storica, protagonista assoluta della serie, volto della primissima scena andata in onda quell’ormai lontano 8 gennaio 2001, ha completamente abbandonato le scene per dedicarsi ad altro, nello specifico la pittura.

Insomma, ognuno ha preso la sua strada, ma nel ricordo dei telespettatori rimarranno sempre i protagonisti di un’avventura bella e indimenticabile.
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DONNE Tosca conquista Sanremo di Giuseppe Bosso

Avrebbe potuto vincere; sarebbe stato, alla sua terza partecipazione, un bis dopo il successo, allora in duo con Ron in Vorrei incontrarti tra cent’anni.

Non ha atteso un secolo Tosca, al secolo Tiziana Tosca Donati, a ricalcare il palco dell’Ariston; si è dovuta accontentare del sesto posto, prima donna in classifica in un’edizione in cui il gentil sesso ha fatto parlare più per le performances, più o meno riuscite, delle varie ‘spalle’ di Amadeus, da Diletta Leotta a Rula Jebreal, che per le cantanti in gara.

Eppure Ho amato tutto, il brano che l’artista romana ha presentato sul palco, ha conquistato pubblico e giuria e ci permettiamo di ritenere che non avrebbe certo scandalizzato nessuno un suo successo al posto di Diodato. Ma Tosca si può consolare con il premio Bigazzi per la miglior composizione, assegnatole dall’orchestra, e con la vittoria nella serata dedicata alle cover per la sua interpretazione, in duo con la spagnola Silvia Pérez Cruz, di Piazza Grande, successo di Lucio Dalla.

Ma certamente questo non sminuisce il valore e il talento di un’artista che da ormai più di trent’anni non è solo una delle voci più apprezzate del panorama musicale italiano, ma anche attrice talentuosa che si è distinta sia in ambito teatrale con vari musical e spettacoli, che cinematografico; e nel 1997, al fianco di un altro grande protagonista di questa edizione sanremese, Fiorello, si è fatta apprezzare anche per il doppiaggio della versione italiana del film disneyano Anastasia.

Un’artista apprezzata in tutto il mondo che nella sua carriera non ha disdegnato di collaborare con colleghi di vari generi e varie etnie, dalla capoverdiana Tété Alhinho al brasiliano Ivan Lins, a ulteriore riprova che il confronto con altre culture non può che migliorare e fortificare un talento già consolidato.

Il sipario sull’Ariston è calato almeno per i prossimi dodici mesi. Vedremo se in futuro Tosca darà nuovamente l’assalto alla vittoria sanremese. Di sicuro nuove sfide e nuovi impegni attendono la cantante, per la gioia dei suoi fans.
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